Ogni anno in Europa i pazienti āAyaā sono circa 150 mila e 1,2 milioni nel mondo. Rappresentano il 7% dei casi di tumore. Numeri relativamente bassi, che hanno reso difficile in questi anni dedicare risorse e strutture ad hoc.
Tra i 15 e i 39 anni, se ci si ammala di tumore, si hanno meno probabilitĆ di guarire sia rispetto ai bambini che agli adulti oltre i 40 anni. Eā un dato di fatto conosciuto dagli oncologi. Questo accade proprio a causa della minore frequenza della malattia tumorale in questa fascia di etĆ . Spesso viene riconosciuta e diagnosticata troppo tardi rispetto alla possibilitĆ di cura. E anche se ci troviamo spesso di fronte a tumori conosciuti del bambino o dellāadulto, lāetĆ in cui essi si manifestano può essere fuorviante e portare anche a cure non appropriate.
Per colmare le lacune e aumentare la consapevolezza sui problemi di questa categoria di malati laĀ SocietĆ Europea di Oncologia MedicaĀ (Esmo, European Society for Medical Oncology) e quella di Oncologia Pediatrica (Siope, Society of Pediatric Oncology) sono al lavoro giĆ dal 2015 ed ora il loro modello di collaborazione viene riproposto e calato nelle realtĆ nazionali.
AYA: adolescents and young adults cancer awareness week
In aprile ĆØ stato organizzato un incontro di studi ad hoc denominato AYA ā Adolescents and Young Adults ā Cancer Awareness Week (Settimana di Sensibilizzazione al Cancro degli Adolescenti e Giovani Adulti).
In Italia il neonato gruppo intersocietario Aiom-Aieop vede il coinvolgimento di medici, psicologi, infermieri e tutte le possibili strutture interessate. Ā«Sul modello del percorso europeo, vogliamo dar vita a un progetto che coinvolga non solo medici, ma anche psicologi e infermieri e tutte le possibili figure o strutture interessateā cosƬ dichiara Paola Quarello, oncologa pediatra dellāOspedale Regina Margherita di Torino.
Dalla Aya Cancer Awareness Week si ĆØ usciti con un documento comune, un position paper che descrive caratteristiche e bisogni dei pazienti AYA. Il documento individua i requisiti minimi essenziali che un centro deve avere per occuparsi di pazienti AYA; promuove gruppi multidisciplinari che coinvolgano oncologi pediatri e dellāadulto; individua i limiti di etĆ flessibili per lāaccesso ai reparti; chiede maggior coinvolgimento in sperimentazioni e protocolli adeguati; sottolinea lāimportanza di progetti di conservazione della fertilitĆ e di supporto psicologico e sociale specifici per lāetĆ .
Promotore di questo filone di ricerca e cura e autore principale del documento comune ĆØ Andrea Ferrari, responsabile delĀ Progetto GiovaniĀ dellāIstituto dei Tumori di Milano. Il dott. Ferrari ha fatto della cura degli adolescenti malati di tumore una vera e propria missione. Per lui fondamentale ĆØ la sensibilizzazione delĀ mondo medico nei confronti di questa fascia di etĆ .
Il position paper: cosa cambia nella cura degli AYA?
āIlĀ position paperĀ ĆØ il risultato dello sforzo comune di due mondi diversi, che non sempre sono abituati a parlarsi. Ed ĆØ uno strumento pragmatico che fissa degli standard, con lāobiettivo di eliminare le barriere logistiche e burocratiche che spesso impediscono ai giovani adulti lāaccesso alle cure adeguate. La collaborazione tra lāoncologia pediatrica e lāoncologia dellāadulto ĆØ stata formalizzata e diventa realtĆ ā, cosƬ Ferrari commenta il documento prodotto.āI dati ci mostrano che mentre il numero di bambini e di adulti arruolati negli studi clinici ĆØ alto, i giovani adulti vengono inclusi con difficoltĆ e questo ĆØ stato identificato come uno dei fattori che incidono sulla minore sopravvivenza di questi pazientiā, conclude Ferrari: āCi sono quindi percorsi regolatori e norme da cambiareā.
In questo percorso sicuramente non facile ĆØ fondamentale dare voce ai pazienti stessi e alle Associazioni Genitori di Oncoematologia pediatrica, come sottolinea la Quarello. Un compito importante soprattutto per laĀ Fiagop, la federazione che li rappresenta.