Con gene Clu cura per neuroblastoma

PARMA – Il ‘Clu’ potrebbe offrire una terapia nuova nella cura del neuroblastoma. E’ quanto emerge da uno studio del gruppo di ricerca del prof. Saverio Bettuzzi, del Dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Ateneo di Parma, sull’attivita’ biologica del gene onco-soppressore chiamato Clusterin (Clu) e’ stato pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute, rivista internazionale di ricerca oncologica. Lo studio e’ stato realizzato in collaborazione con due importanti ospedali pediatrici, l’Ucl Institute of Child Health di Londra e il Children’s Hospital di Philadelphia. L’articolo (‘Clusterin, a haploinsufficient tumor suppressor gene in neuroblastomas’) parla del fatto che le ricerche hanno dimostrato che si tratta di un gene onco-soppressore. La sua attivita’ viene inibita durante la trasformazione neoplastica e, viceversa, l’induzione della sua attivita’ inibisce fortemente lo sviluppo del cancro. Le osservazioni sono state fatte nel corso di anni di attivita’ di ricerca e di diversi modelli di neoplasia. Nel progetto, i dati sono stati applicati ad un modello di neoplasia pediatrica, il neuroblastoma, un tumore che insorge prima dei cinque anni di vita, ed esordisce dando subito origine a metastasi diffuse. Il lavoro e’ stato svolto in un modello animale, e si e’ riusciti a dimostrare che l’induzione dell’attivita’ di questo gene onco-soppressore puo’ inibire, in vitro ed in vivo, la progressione del neuroblastoma. Un risultato che, ha spiegato l’ateneo emiliano, offre una nuova speranza terapeutica, suggerendo che la riattivazione dell’espressione di Clu possa provocare la regressione del tumore nei bambini affetti da questa malattia e prefigurando quindi una terapia nuova ed alternativa al neuroblastoma.

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