ROMA – C’e’ una scoperta italiana alla base delle sperimentazioni su una nuova classe di antitumorali che stanno partendo negli Stati Uniti. Si tratta di uno studio dei ricercatori dell’universita’ di Napoli sui farmaci Tlr9 agonisti, pubblicato da Pnas, in cui si svela il loro meccanismo d’azione e si dimostra che potenziano l’attivita’ di alcuni antitumorali.
”Questi farmaci originariamente sono nati come immunostimolanti su base genetica e con attivita’ antitumorale, ma sono stati usati in modo del tutto irrazionale con la chemioterapia – spiega Giampaolo Tortora, che ha coordinato lo studio – ora abbiamo scoperto che questi interferiscono con angiogenesi (cioe’ la crescita dei vasi del sangue) e fattori di crescita, mimando e potenziando altri farmaci in uso nei nei pazienti affetti da cancro”.
I ricercatori hanno dimostrato che i Tlr9 in associazione con il bevacizumab, un farmaco antitumorale gia’ sperimentato, ne migliora l’azione, riuscendo a limitare la crescita di alcuni tumori, riuscendo anche a funzionare in alcuni casi resistenti ad altri trattamenti. Gli esperimenti sono stati fatti per ora solo su colture cellulari, ma la Food and Drug Administration ha autorizzato una sperimentazione clinica di questi farmaci in associazione sia con il bevacizumab sia con un altro antitumorale, l’erlotinib, che partira’ a ottobre su pazienti affetti da cancro del polmone.
”A questo seguira’ uno studio simile nel colon – precisa Tortora – queste sperimentazioni, anche se sono fatte negli Usa, si basano interamente sul nostro lavoro. In futuro speriamo di ottenere buoni risultati anche sui tumori della mammella, che hanno dato risultati preliminari promettenti”.
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