MILANO – Entro la fine del 2008, o al piu’ tardi all’inizio del 2009, partira’ a Pavia una sperimentazione clinica per curare i tumori con l’adroterapia, un trattamento basato sugli ioni di carbonio che e’ piu’ preciso e potente della radioterapia. A dirlo e’ il Centro nazionale di
Adroterapia oncologica (Cnao), che per avviare questo progetto si avvarra’ anche della collaborazione di una equipe di esperti giapponesi. Il Cnao, istituito per volonta’ del Ministero della Salute, e’ un progetto partito nel 2001 grazie a una fondazione creata da diversi enti, tra cui il Policlinico di Milano, l’Istituto Europeo di Oncologia, l’Istituto Nazionale dei Tumori, l’Istituto neurologico Besta di Milano e il Policlinico San Matteo di Pavia. Il Centro per l’adroterapia, la cui costruzione sta per essere terminata proprio a Pavia, sara’ dotato secondo i suoi responsabili ”di aspetti tecnologici e funzionali all’avanguardia, potenzialmente adatti per restare alla frontiera della tecnologia e delle applicazioni per i prossimi 20-30 anni”. ”L’attrezzatura che verra’ utilizzata per l’adroterapia – spiega Sandro Rossi, segretario generale del Centro – e’ il frutto di 13 gare europee e ben 450 contratti stipulati da Cnao con circa 200 aziende, di cui 170 italiane. Un’attrezzatura sviluppata con altissima tecnologia, che gia’ ci hanno richiesto altri centri esteri”. Ma come funziona, nello specifico, questa terapia? ”L’adroterapia, a differenza della radioterapia che impiega i raggi X – aggiunge Roberto Orecchia, professore di radioterapia all’Universita’ degli Studi di Milano e direttore clinico del Centro – utilizza particelle pesanti come gli ioni di carbonio, che consentono una precisione molto maggiore nel colpire il tumore. Inoltre, sono capaci di ‘rompere’ le cellule tumorali con una forza di 3 o anche 4 volte piu’ alta rispetto ai raggi X. Per questo l’adroterapia e’ indicata per i tumori radioresistenti”, cioe’ quelle neoplasie con cui la radioterapia non ottiene risultati. ”Il centro che prendiamo come riferimento ? prosegue Orecchia – e’ quello di Chiba in Giappone. Gia’ da 14 anni utilizza questa tecnologia, e abbiamo instaurato con loro una stretta collaborazione: un nostro giovane medico e’ gia’ stato in Giappone, e quando partira’ la sperimentazione in Italia riceveremo un’equipe da Chiba che ci aiuti nell’avvio delle attivita”’. Quello dell’adroterapia di Pavia, secondo gli esperti del Cnao, e’ ”un progetto aperto, a cui stanno collaborando professionalita’ provenienti sia dall’Italia che dall’estero, e sara’ cosi’ anche per i pazienti”. Per i malati, pero’, e’ ancora troppo presto per pensare a una lista d’attesa: ”Al momento ci stiamo impegnando a diffondere la conoscenza dell’adroterapia presso i medici – conclude Rossi – quindi non esiste ancora una lista d’attesa. Prima e’ importante che i medici conoscano a fondo questa tecnologia, per potere in seguito individuare i pazienti che potrebbero essere adatti alla sperimentazione”.
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