ROMA – "In autunno, probabilmente ad ottobre, presenteremo il nostro libro bianco sulla riabilitazione
oncologica in Italia". Lo annuncia Elisabetta Iannelli, vicepresidente Aimac (associazione italiana malati di cancro). "Siamo partiti da un censimento sullo stato dell’arte", spiega, e il risultato non e’ un segreto: "Abbiamo avuto la conferma che la riabilitazione oncologica in Italia sostanzialmente non si fa". Ma cose’ la riabilatazione oncologica? "Vuol dire restituire qualita’ della vita dopo la fase acuta della malattia". E vale anche per i malati terminali, sottolinea Iannelli. In Italia, dunque, l’attivita’ riabilitativa si focalizza a livello articolare, neurologico, mentre manca quasi del tutto "il sostegno psicologico, l’informazione", che serve ad un malato o ex malato per tornare alla vita civile. Fare tutto questo e’ un costo: "Piuttosto- precisa Iannelli- e’ un investimento: la riabilitazione e’ una spesa, certo, ma poi l’ex malato non grava sulle spalle del Servizio sanitario, e torna anche ad essere un oggetto attivo, a lavorare".
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