Alcol: adolescenti e anziani obiettivi prevenzione

ROMA – L’ebbrezza dell’alcol fa presa soprattutto sui giovani e sugli over 65 italiani. E’ la tendenza rilevata da uno studio dell’Istituto Superiore di Sanita’. I consumatori a rischio sono in totale circa 9 milioni e di questi, 3 milioni sono individui sopra i 65 anni d’eta’. ”L’alcol, e’ il terzo fattore di rischio per morte, disabilita’ e malattie al mondo, i cui costi arrivano al 2 per cento del Pil nei Paesi a reddito piu’ elevato”, secondo Jurgen Rehm, del Centre of Addiction and Mental Health di Toronto, che sara’ presente a Roma alla nona edizione dell’Alcohol Prevention Day, il 29 aprile. L’Italia, secondo i dati della Societa’ Italiana di Alcologia e’ la nazione in cui i bambini si avvicinano all’alcol prima di quelli del resto d’Europa, diventando consumatori gia’ verso gli 11-12 anni. E le conseguenze sono rilevabili dai dati forniti dai Servizi di Alcologia e dai Sert che tra i circa 59mila alcolisti in carico hanno 1600-1800 pazienti con un’eta’ inferiore ai 19 anni. L’alcol e’ la prima causa di morte tra i ragazzi, a causa dell’incidentalita’ stradale legata al bere. Dei 4700 decessi all’anno, circa 2200 interessano gli under 24, che nel 40-50 per cento dei casi erano alla guida in stato di ebbrezza o di vigilanza ridotta a causa dell’alcol. Il precoce consumo e l’abuso di alcol nei giovani, secondo Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol e presidente della Societa’ Italiana di Alcologia, curatore del rapporto dell’Iss, espone ad una maggiore probabilita’ di sviluppo di 60 patologie tra cui il cancro.  ”Di tutte le intossicazioni alcoliche registrate in Italia – precisa Scafato – il 17% e’ relativo a ragazzi e ragazze al di sotto dei 14 anni”. Per gli over 65 il dato preoccupante e’ quello dei 3 milioni di consumatori a rischio, perche’ ”gli anziani perdono la capacita’ di metabolizzazione dell’alcol per la riduzione dell’attivita’ dell’alcol-deidrogenasi ? aggiunge Scafato – un enzima localizzato nel fegato e nello stomaco che consente di smaltire i bicchieri di troppo. Con questo enzima depotenziato, l’alcol circola immodificato  incrementando il rischio di conseguenze tossiche e cancerogene”. A cio’ si aggiunge anche la possibilita’ di reazioni allergiche scatenate dall’interazione tra sostanze presenti in alcune bevande (come i bisolfiti del vino), con i piu’ comuni farmaci, di cui gli anziani sono forti consumatori. La prevenzione e’ l’arma principale per educare e per questo l’edizione 2010 del mese della prevenzione ha previsto iniziative sull’identificazione precoce del livello di rischio e sulla formazione. Accanto alla prevenzione, secondo Scafato, sarebbe auspicabile, come richiesto dalla Comunita’ Europea, il tasso alcolemico zero per i piu’ giovani e gli anziani e un abbassamento medio dello stesso tasso da 0,5 a 0,2.

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