ROMA – Tra i nemici della salute maschile c’e’ anche il Papillomavirus umano (HPV), fino ad oggi considerato
un pericolo solo per le donne. Tumore dell’ano, del pene, del tratto oro-faringeo, e condilomatosi sono le patologie, genitali e non, direttamente correlate all’infezione da HPV e che riguardano a pieno titolo l’uomo. Ma l’aspetto piu’ interessante, che emerge dal XXVI Congresso della Societa’ Italiana di Andrologia (SIA) di Roma, riguarda le nuove evidenze che mostrano l’efficacia della vaccinazione HPV nel prevenire le patologie anche nell’uomo. In generale si stima che il Papillomavirus colpisca il 75% della popolazione sessualmente attiva almeno una volta nel corso della vita, indip entemente dalle abitudini sessuali. L’uso del preservativo, pur restando uno strumento preventivo di primaria importanza, non garantisce una protezione totale dall’HPV.
“Quando si parla di patologie da HPV e prevenzione fino ad ora ci si e’ rivolti solo ‘all’altra meta’ del cielo” – spiega il professor Vincenzo Gentile, ordinario di Urologia all’Universita’ Sapienza di Roma e presidente della SIA – “Da
oggi, anche grazie ai piu’ recenti dati scientifici e clinici, e’ necessario fare un passo in avanti pensando di est ere la vaccinazione anti HPV anche nel maschio per combattere efficacemente il virus e le patologie ad esso correlate. I virus non conoscono distinzioni di genere”. “L’HPV – spiega il professor Vincenzo Ficarra, Clinica Urologica Universita’ degli Studi di Padova – e’ responsabile del 90% dei carcinomi dell’ano e di quasi la meta’ di quelli del pene, di alcuni tumori di testa e collo, oltre alla quasi totalita’ delle condilomatosi floride anogenitali, malattie benigne, ma gravate da notevole morbilita’, ansia e costi economici molto elevati. Studi dimostrano, inoltre, la presenza di questo agente infettivo anche in altre patologie uro-genitali che interessano la vescica e la prostata”. Per quanto riguarda i condilomi genitali, noti comunemente come le ‘creste di gallo’, nuove
evidenze sull’impatto di questa malattia arrivano dall’Istituto Superiore di Sanita’ (ISS) sulla base del sistema di
sorveglianza sentinella (Netwotk IST) che raccoglie i dati delle infezioni sessualmente trasmesse in 12 centri clinici di riferimento in Italia. “I condilomi genitali rappresentano il 33% di tutte le malattie sessualmente trasmesse in Italia – spiega la dottoressa Barbara Suligoi, Direttore del centro operativo sull’AIDS, Dipartimento Malattie infettive dell’ISS – e di questi il 73% colpisce gli uomini”. “E’ necessario – conclude l’infettivologa – informare ed educare la popolazione sui segni e sintomi di questa patologia, rivolgendosi precocemente al proprio medico curante in caso di sospetto anche per evitare la trasmissione al partner di tutte queste infezioni sessualmente trasmissibili”.
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