MILANO – Come i genitori di Tania. Con una bimba affetta da una grave forma di tumore, le cure da sostenere, i lunghi viaggi verso l’Istituto dei Tumori, le spese mediche, la paura e la speranza. Come i tanti malati che ogni giorno arrivano a Milano da altre regioni. Spaventati, soli, senza rete. Costretti a trovare alloggi a caro prezzo, in nero, fatiscenti, forniti da ambigue agenzie immobiliari, da Ā«corvacci che approfittano della disperazione delle famiglieĀ». Sono circa 100 mila i pazienti che ogni anno si sottopongono a interventi o a cure nei nostri ospedali. Altrettanti sono i parenti che (in media) li accompagnano. Per loro, una rete di associazioni sta cercando di smantellare il racket degli affitti. Ā«RACKETĀ» DEGLI AFFITTI – Ā«Migrazione sanitariaĀ», i numeri di un fenomeno. Se tra parenti e malati ogni anno arrivano in cittĆ duecentomila persone, ecco come si distribuiscono: un terzo sceglie di dormire in residence o in albergo, un altro terzo ĆØ ospite da amici o parenti, l’ultimo terzo prende in affitto un appartamento. Vicino al luogo di cura e nella maggior parte dei casi in nero. I conti si fanno presto: 65 mila non milanesi che spendono tra i 30 e i 35 euro a notte a letto per almeno dieci giorni (la media di un ciclo di cure) fa in tutto oltre 22 milioni di euro incassati ogni anno irregolarmente dai proprietari di immobili. IL PROGETTO – Il dato ĆØ stato elaborato dagli esperti dell’Associazione Prometeo Onlus che, con Lega Tumori Milano (Lilt), Avo, CasAmica, Associazione Marta Nurizzo, hanno avviato il progetto Ā«A casa lontani da casaĀ». Obiettivo: offrire posti letto Ā«dignitosiĀ» a chi ne ha bisogno, censire gli alloggi a disposizione dei malati e dei loro parenti, bloccare lo Ā«sciacallaggio legato all’affittoĀ». Una rete di onlus per alleviare il dolore di chi sta male. Le cinque associazioni contano seimila volontari e duecento posti letto per una stima di quattromila ospiti all’anno. Ma non basta. EMERGENZA – Lo sforzo ricettivo cui ĆØ chiamata la cittĆ ĆØ pari a un milione di notti, l’emergenza ĆØ alta e a spiegarlo ĆØ Laura Gangeri, presidente di Prometeo Onlus: Ā«Il progetto ĆØ frutto della nostra esperienza reale che ha come fine ultimo il bene del malato. Denunciare il sottobosco degli affitti? C’ĆØ anche quello. Ma prima di tutto noi vogliamo metterci a disposizione di chi soffreĀ». E censire meglio il fenomeno: entro la fine dell’anno le associazioni coinvolte intendono conoscere gli alloggi presenti in cittĆ , stimarne le dimensioni, capire chi ne ha davvero bisogno e per quanti giorni, creare un osservatorio permanente sul fenomeno, costruire un collegamento tra le strutture sanitarie e i volontari, organizzare un centralino unico di informazione (entro il 2013) sui servizi disponibili. Ā«Al paziente – conclude Laura Gangeri – non serve un affittacamere, ma qualcuno che capisca davvero le sue esigenzeĀ». LE STORIE – Mai più la storia di Tania e dei suoi genitori. Tra la disperazione – per la malattia della figlia – e la vergogna di essere alla mercĆ© degli strozzini. Ā«Parlando con altri genitori del nostro reparto – ecco la testimonianza – siamo venuti a conoscenza di questi appartamentiĀ». Abusivi: 50 euro al giorno in nero a due passi dall’ospedale. Ā«Fatiscente, con finestre semirotte, tubi gocciolanti, prese non a normaĀ». Otto mesi cosƬ. Fino all’ultima radioterapia della bimba. Ā«Volevano il pagamento in anticipo ogni settimanaĀ». La rabbia che sale: Ā«La persona che ci ha affittato la casa ha avuto la delicatezza di dirci, appena arrivati da un viaggio di 700 chilometri con Tania in sedia a rotelle, la seguente frase: “Se conoscete altre famiglie come voi, date pure il mio cellulare”Ā». Il dolore di una coppia che non chiede denaro o assistenza, ma semplicemente vuole denunciare Ā«questo losco sistema messo in piedi da persone che ignorano il dolore e la sofferenzaĀ». E l’impegno di cinque associazioni unite per Ā«rendere l’accoglienza lombarda allo stesso livello della sanitĆ Ā». La sfida ĆØ aperta. Con tanti volontari che ogni giorno ci mettono cuore ed energia. Gli ultimi arrivati sono i docenti della Domus Academy: allo studio di designer e architetti l’identikit degli appartamenti più adatti ai malati. Annachiara Sacchi
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