MILANO – Nell’Europa centrale gli estratti di vischio sono la terapia oncologica non convenzionale più frequentemente prescritta. In Toscana la calendula e l’arnica montana hanno debuttato gi? da qualche anno nelle corsie dell’ospedale di Empoli. La natura si fa spazio in oncologia. E le propriet? di alcune piante sono oggi sotto la lente degli specialisti come possibili alleati dei pazienti per tenere sotto controllo gli effetti collaterali delle terapie convenzionali, come chemio e radioterapia, o alleviare i sintomi del cancro. Su questo fronte lavora Meteco (Medicine e terapie complementari in oncologia), gruppo di lavoro dell’Istituto nazionale tumori (Int) di Milano, nato un decennio fa, ma ufficializzato nel 2008 per volont? del direttore generale dell’Int Alberto Scanni. Il gruppo ha organizzato, in collaborazione con il centro studi e ricerche sulla caratterizzazione e sicurezza d’uso di prodotti naturali ‘Giovanni Galli’ dell’universit? degli Studi Milano, una due giorni che si concluder? oggi nel capoluogo lombardo. Missione: fare il punto sulla fitoterapia e l’integrazione alimentare per il malato oncologico. Fra le piante che hanno suscitato particolare interesse spicca il vischio, cura che viene dall’Est Europa e, per le sue attivit? immunomodulanti e propriet? antivirali e di stabilizzazione del Dna, ? gi? consolidata in Paesi come la Germania e la Svizzera, dove viene somministrata anche negli ospedali.Gli estratti di questa pianta, spiega Emanuela Portalupi, medico oncologo antroposofico di Milano, "contengono numerosi componenti farmacologicamente attivi e richiedono una particolare preparazione basata sulla lavorazione della parte invernale e estiva della pianta intera". Alcuni studi, prosegue l’esperta, "suggeriscono che questi preparati iniettabili possano portare a una riduzione degli effetti collaterali delle terapie convenzionali e dei sintomi della malattia, e gli scienziati stanno approfondendo anche la possibilit? che migliorino la sopravvivenza nei pazienti trattati". All’ospedale di Empoli, invece, "? normale la prescrizione di estratti di calendula – informa Fabio Firenzuoli del centro di medicina naturale – per prevenire e curare le infiammazioni della cute, della mucosa del cavo orale e vaginale, effetti collaterali della chemio e radioterapia. Ma esistono anche dati preclinici preliminari che segnalano un’attivit? citotossica-antitumorale di particolari estratti di calendula". E della calendula si sta interessando anche l’Int. Tanto che una pomata, frutto della lavorazione di questa pianta con la glicerina secondo un metodo francese, ? protagonista di uno studio in cantiere. Obiettivo: valutare un suo possibile utilizzo per limitare l’eritema da raggi nel trattamento radioterapico della mammella e confrontarla con le tradizionali pomate cortisonische. Altro alleato dei pazienti oncologici potrebbe essere, secondo gli esperti, "l’arnica montana che – osserva Firenzuoli in un suo messaggio per i partecipanti al convegno – presenta interessanti e documentate attivit? antinfiammatorie", sfruttabili in caso di complicanze legate a un trauma come l’intervento chirurgico.
Progetto F.A.R.O. Fuori dall’ospedale: Aiuto, Risorse e Orientamento per famiglie con bambini e adolescenti oncologici
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