MILANO – Si chiama epatoblastoma (Hb) ed ? la malattia che ha colpito il piccolo Muath, il bimbo palestinese nato a Gaza che per ostacoli burocratici non riesce a raggiungere l’Italia dove lo attende un’equipe pronta a operarlo. L’epatoblastoma ? il tumore del fegato più comune nell’infanzia, anche se resta una neoplasia rara e rappresenta circa l’1% di tutti i tumori che colpiscono i bambini. Ogni anno si contano 1,5 nuovi casi per milione di bambini sotto i 15 anni. Questo tumore insorge nei bambini quando hanno meno di 3 anni, l’et? media della diagnosi ? fra i 18-24 mesi. E’ un cancro che colpisce i piccoli in et? precoce per via della sua natura embrionale: ? infatti spesso associato ad alterazioni congenite come la sindrome di Beckitt-Widemann o il tumore di Wilms. L’epatoblastoma ? asintomatico. Si presenta con una massa nell’addome dei neonati. Spie della malattia sono la perdita di peso, l’anoressia, il colorito pallido, i dolori addominali, ma si presentano in una fase più avanzata. Il 10% dei casi vengono diagnosticati dal pediatra che, durante i controlli di routine, pu? accorgersi che il fegato del bimbo ? più grosso della norma. Esiste poi un test di laboratorio che conferma la diagnosi e permette di monitorare l’epatoblastoma: si tratta del dosaggio dell’alpha-fetoproteina. Il tumore pu? essere accompagnato da metastasi polmonari. Nel 70% dei casi questa neoplasia risulta sensibile alla chemioterapia che permette di intervenire sulle neoplasie spesso non operabili e di preparare il piccolo per l’intervento chirurgico di asportazione del tumore. Dopo l’operazione i piccoli pazienti hanno buone speranze di guarigione, anche se il tumore ? recidivo nella met? dei casi.
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