ROMA – A un anno dall’inizio della campagna di vaccinazione contro il Papilloma virus umano (Hpv), principale responsabile del cancro alla cervice uterina, tra le aventi diritto al vaccino – ovvero le nate nel 1996 e nel 1997 – hanno portato a termine il ciclo vaccinale, sottoponendosi alla somministrazione di tutte e tre le dosi, tre ragazze su 10. E’ quanto emerge dai dati della Commissione Salute presso la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, aggiornati al 30 giugno 2009, presentati questa mattina nel corso della conferenza stampa promossa da O.N.Da-Osservatorio Nazionale sulla salute della donna per la Settimana europea di prevenzione del tumore del collo dell’utero . Un dato accettabile, anche se ancora lontano dalla quota del 95% in 5 anni prevista dall’Istituto Superiore di Sanita’. Mentre l’adesione, infatti, e’ stata mediamente alta per la prima dose di vaccino (raggiungendo il 61,8% per le nate nel 1997 e il 43,9% per le ragazze del 1996), per la seconda dose si e’ registrato un netto calo: ”Ma senza il completamento di tutto il ciclo vaccinale – spiega Francesca Martini, Sottosegretario alla Salute ? il vaccino perde efficacia, e diventa inutile per le ragazze e costoso per il Sistema sanitario nazionale”. Per la prevenzione del tumore della cervice uterina ”l’Italia e’ ancora lontana dall’obiettivo del 95% di copertura vaccinale contro il Papilloma virus, riconosciuto dall’Oms come primo tumore totalmente riconducibile a un’infezione – aggiunge Martini -. Il nostro impegno sara’ di intensificare l’informazione coinvolgendo soprattutto i pediatri, in prima linea a fianco delle ragazze di 12 anni per le quali la vaccinazione e’ consigliata, i medici di famiglia e i ginecologi, al fine di fornire indicazioni dettagliate e chiare per rendere le donne sempre piu’ consapevoli dell’importanza della prevenzione”.
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