Immunoterapia, cure riguarderanno tutta l’oncologia
(dell’inviata Manuela Correra)
COPENAGHEN – Un ”cambiamento epocale, che presto riguarderà tutta l’oncologia”. L’immunoterapia, che utilizza il sistema immunitario come ‘arma’ decisiva per contrastare i tumori, continua a rivelarsi efficace nel trattamento di un numero sempre maggiore di neoplasie: oltre a cancro al polmone, fegato, melanoma, nuovi risultati si sono registrati anche contro i tumori della testa e del collo, del rene, della vescica, mielomi e alcuni linfomi. Ma la novità è che molte sperimentazioni si stanno avviando nel mondo per testare l’immunoterapia pure nel trattamento dei tumori rari quali i sarcomi o i tumori pediatrici.
Una ‘svolta’ confermata dalla mole di studi e dati presentati al Congresso della Società europea di oncologia medica (Esmo), che proprio a tale approccio ha dedicato intere sessioni.
”L’immunoterapia ha portato un cambiamento epocale nel modo stesso di considerare la malattia: non solo si registrano miglioramenti decisivi ma si tratta di miglioramenti a lungo termine e dunque che si mantengono per lunghi periodi, e questo apre una prospettiva nuova per tantissimi pazienti”, sottolinea il direttore dell’Unità Oncologia medica del’Istituto nazionale tumori Regina Elena di Roma, Francesco Cognetti. Un approccio di cura innovativo, rileva il responsabile Oncologia medica dell’Ospedale di Perugia Lucio Crinò, le cui ”applicazioni per il prossimo futuro riguarderanno tutta l’oncologia”.
L’immunoterapia ha già cambiato la vita di centinaia di pazienti con tumore al polmone, una delle neoplasie per le quali si registrano maggiori risultati, tanto che si è arrivati ad una riduzione del 47% del rischio di mortalità grazie ad un’ultima molecola i cui risultati sono stati presentati all’Esmo. Ma nuovi dati si registrano anche per un tumore particolarmente grave come quello del testa-collo recidivo o metastatico: lo studio CheckMate-141 ha dimostrato come in questi pazienti la molecola immunoterpica nivolumab abbia stabilizzato i sintomi ed il tempo medio per il deterioramento dello stato di salute è quasi triplicato, con 9,1 mesi contro 3,3 mesi con altre terapie. Meno tossica della chemioterapia, l’immunoterapia è oggi ancora più efficace grazie alle combinazioni tra molecole.
Il ‘mix’ di due immunoterapici (nivolumab e ipilimumab) ha portato ad esempio a risultati importanti contro il cancro al rene: il 70% dei pazienti con tumore al rene metastatico trattati con la combinazione è infatti vivo a due anni, come dimostrano i risultati aggiornati dello studio CheckMate-016.
Naturalmente, ulteriori studi sono necessari e non tutti pazienti sono ‘adatti’ a ricevere tali terapie, ma l’Esmo 2016 conferma che l’immunoterapia – in combinazione con le altri ‘armi’ esistenti come la chemioterapia – rappresenta la ‘svolta’ nel trattamento dei tumori, aprendo però al contempo il problema degli alti costi dei nuovi farmaci. Costi che tuttavia, rileva Cognetti, ”sul lungo periodo vengono in vari casi ‘ammortizzati’ dai risparmi per i Servizi sanitari in termini di minori cure e complicanze”. A front di ciò, è l’appello degli oncologi, è fondamentale che le nuove terapie siano rese disponibili anche ai pazienti italiani in tempi bevi, garantendo adeguate risorse per il settore e velocizzando i tempi di registrazione da parte dell’Agenzia italiana del farmaco.
ansa.it 10.10.16