La grande sfida? Costruirsi un futuro normale

PARMA – Per martedì’ grasso, ultimo giorno di Carnevale,  c’? qualcuno che ha pensato di regalare un sorriso anche ai bambini ricoverati in ospedale. Martedì’ infatti si sono infatti susseguiti vari appuntamenti, dalla mattina – quando si ? festeggiato a suon di chiacchiere e frittelle – al pomeriggio, con storie e canzoni. Il tutto organizzato dalla scuola in ospedale, che ogni giorno segue i bambini dal punto di vista didattico e ludico, dal personale del reparto di Oncoematologia e dall?associazione ?Noi per loro?. Proprio alle 15 di martedì’ sono arrivati Ovidio Bigi e Graziella Ferracc?, in arte il duo di ?Meleracconti?, che hanno raccontato a tutti i presenti delle storie musicate. E per un attimo, anche i bambini ricoverati – in reparto sono ricoverati 8 pazienti -, abbracciati ai loro genitori, hanno potuto sorridere lanciando delle stelle filanti o indossando un costume di Carnevale. E le sedie, i lettini, le pareti asettiche dell?ospedale si sono trasformati in un magico teatro. ?Abbiamo voluto far divertire i piccoli pazienti – racconta Marzia Fusi, responsabile della scuola in ospedale -, coinvolgendoli nel clima del Carnevale. Cos?, questa mattina abbiamo organizzato una festa con buffet, per i ragazzi ricoverati in day hospital, e nel pomeriggio invece abbiamo pensato un momento per chi invece non pu? proprio lasciare il reparto. E? importante infatti far vivere a questi bambini una vita il più possibile normale. Durante le nostre attivit? scolastiche, che si svolgono ogni giorno sia per i bambini delle primarie sia per quelli delle secondarie di primo grado, abbiamo constatato che sono proprio i pazienti ad ottenere i risultati migliori: la scuola, l?impegno nello studio, diventa il loro legame con la vita: solo in questo modo rimangono "in corsa" e possono continuare a costruirsi un futuro?. Soddisfatta anche Patrizia Bertolini, uno dei dirigenti dell’Oncoematologia pediatrica: ?I bambini ricoverati qui non devono sentirsi malati, ma semplicemente bambini. E  possono giocare, partecipare alle feste?. (Caterina Zanirato)

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