ROMA – E’ lunga e faticosa la strada per passare da un’idea, un’ipotesi della ricerca scientifica fino ad arrivare ad un farmaco antitumorale; e un gruppo di studiosi italiani dell’Istituto Mario Negri di Milano insieme a colleghi spagnoli l’ha percorsa ed e’ riuscito a mettere a punto una molecola che ha tutti i titoli per essere efficace contro un un tumore particolarmente resistente alle cure: il sarcoma delle parti molli. La molecola si chiama trabectedina e la storia e’ cominciata 15 anni fa in Spagna dall’idea che alcuni composti naturali marini possano bloccare la crescita delle cellule tumorali. Ora dopo test, ricerche di laboratorio, studi sugli animali e poi sull’uomo, la molecola e’ diventata un farmaco approvato dall’agenzia europea dei medicinali (Emea) e gia’ disponibile in Inghilterra, Germania e Spagna, mentre in Italia il via libera dovrebbe arrivare alla fine dell’estate. ”Per noi e’ un momento di grande soddisfazione ? spiega Maurizio D’ Incalci, capo del dipartimento di oncologia dell’Istituto milanese che racconta il percorso sull’ultimo numero del notiziario ‘Negri’ – in quanto una gran parte delle informazioni disponibili sul meccanismo d’azione e sull’attivita’ farmacologica preclinica e clinica di questo composto sono il frutto di ricerche effettuate nel nostro
dipartimento di oncologia, in collaborazione con altri colleghi di istituzioni italiane europee e americane”. Il lungo percorso scientifico prende il via da un congresso organizzato da una societa’ biotecnologica specializzata in estrazione di sostanze di origine marina che si tiene a Madrid nel 1994 e dove il ricercatore milanese partecipa. Li’ conosce il chimico statunitense Kenneth Rinehart e l’oncologo Jose’ Jimeno interessati allo sviluppo di molecole estratte dal mare. Comincia subito una collaborazione per verificare alcune potenzialita’ delle sostanze e in particolare della trabectedina. I primi test vengono condotti da Eugenio Erba che mette in luce proprieta’ interessanti: emergono azioni differenti da quelle di altri chemioterapici antitumorali; inoltre l’attivita’ e’ presente anche contro cellule resistenti ad altri farmaci convenzionali. E’ poi Raffaella Giavazzi che
conduce i primi test in vivo mettendo in luce l’efficacia del farmaco su tumori sperimentali come i sarcomi non responsivi alle terapie. Con l’oncologo pediatra dell’universita’ Cattolica di Roma, Riccardo Riccardi, i test continuano con studi preclinici su tessuti di sarcomi pediatrici mostrando la possibilita’ di combinazione della trabectedina con altre sostanze note. Da qui prendono il via gli studi cliunici all’Istituto di Ville Juif di Parigi, all’istituto oncologico della Svizzera, all’Istituto europeo di oncologia. Ulteriori test di laboratorio mettono in luce meccanismi di azione della sostanza davvero innovativi. Farmacologi molecolari e immunologi lavorano poi per ridurre la tossicita’ del farmaco e gli studi clinici successivi condotti all’Istituto Tumori di Milano scoprono che alcuni sarcomi sono particolarmente suscettibili all’azione del farmaco. ”La rete dei ricercatori e delle istituzioni scientifiche di molti paesi – conclude d’ Incalci – ha raggiunto risultati importanti che porteranno beneficio a molti pazienti affetti da tumore”.
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