Leucemia, parlano i genitori della Cuoco-Sassi di Milano

MILANO – Mario Clerici non ? un pap? qualunque della scuola Cuoco-Sassi di Milano, sotto inchiesta per il grappolo di casi di leucemia infantile che si sono susseguiti nel giro di un mese. Il pap? di Bartolomeo e Clotilde, che frequentano la terza e la seconda elementare, ? ordinario di immunologia all’Universit? degli Studi di Milano. Un pap? addetto ai lavori, dunque, che infatti ? stato scelto per partecipare come rappresentante dei genitori nel gruppo di studio della ASL che sta rivoltando la scuola e gli appartamenti dei piccoli malati alla ricerca di un indizio. “Dal punto di vista personale non posso che essere coinvolto, non solo perché i miei bambini frequentano la Cuoco-Sassi, ma perché uno dei tre casi ? una dolcissima bambina in classe con mio figlio di cui conosco personalmente la famiglia. L’angoscia ? mitigata per? dalla consapevolezza medica che oggi queste forme guariscono nel 95 per cento dei casi. Un’angoscia che non ? mai stata dettata dal sospetto che ci potesse essere qualcosa nella scuola. Alla luce delle conoscenze che abbiamo oggi, niente pu? spiegare ci? che ? successo. Non solo: la task-force che sta lavorando sta appurando molto di più di quello che potrebbe avere una correlazione con le leucemie, indagando anche le ipotesi più dubbie. Sono convinto, come lo sono tutti coloro che hanno competenze mediche, che non si trover? nulla, ma che sia eticamente doveroso cercare. Forse semplicemente non sappiamo dove cercare. Anche per questo ho suggerito di valutare l’ipotesi virale: sarebbe utile estendere indagini biologiche su tutti i casi di leucemia accumulati negli anni. Oggi sappiamo che il 30-35 per cento dei tumori ha una causa virale. E il restante 65 per cento? Forse non abbiamo ancora identificato il virus che lo scatena. Ecco perché valutare dal punto di vista immunologico e genetico materiale biologico dei casi di leucemia potrebbe rivelarsi prezioso. Si potrebbe indagare se c’? una suscettibilit? più alta alla malattia e se ci sono tracce di esposizioni recenti a particolari virus. E’ una strada per il futuro. Ora bisogna rassicurare i genitori che ad un certo sono stati presi dal panico. Una parte di loro ha avuto una reazione di sfiducia nella scienza, teme che si voglia nascondere qualcosa. Ho sentito una mamma sostenere che, passando sull’antenna del palazzo di Coin in piazza Cinque Giornate, un piccione sia caduto morto. Non c’? nessun dato che correli le radiofrequenze alle leucemie, eppure il gruppo di lavoro della ASL sta misurando anche quelle. C’? stato poi un momento in cui un gruppo di genitori era convinto che in mensa ci fosse un campo elettromagnetico generato dai pc. Lasciamo che il gruppo guidato da Bisanti faccia il suo lavoro. Io ho fiducia nella seriet? del progetto”. Simona Montefiori ? la mamma di Lorenzo, alunno ormai all’ultimo anno della primaria Cuoco-Sassi. Come le altre quattrocento mamme della scuola ? stata avvisata da una mail dal titolo “Allarmismi a scuola”, un venerdì sera di gennaio dopo le 18. Un messaggio che non ha visto fino a quando lo stesso Lorenzo non ha raccontato che a scuola si erano presentati i Carabinieri per dei controlli. Il motivo? Tre bambini malati di leucemia. Tra i genitori si diffonde la paura, l’idea ? di avvisare la stampa. Il preside chiama Giuseppe Masera, che ha in cura i bambini al San Gerardo di Monza. “Ero preoccupata, come tutti noi del resto. La prima reazione ? di paura, pensi che abbiano ingerito qualcosa”, racconta Simona: “mi sono tranquillizzata alla riunione in cui Masera e l’epidemiologo della ASL Luigi Bisanti ci hanno spiegato le cause delle leucemie e ci hanno detto cosa avrebbero cercato. Ora seguo le riunioni, mi tengo aggiornata attraverso la rappresentante di classe o i genitori che fanno parte del gruppo di studio e seguendo le notizie pubblicate sul sito della scuola, www.icscuocosassi.it. Non ci hanno ancora detto niente sui primi risultati dei rilevamenti fatti a scuola, vogliono avere in mano tutti gli elementi. Aspettiamo la conclusione delle indagini e il resoconto della ASL in aprile”. Lorenzo, il vivace e simpatico Lorenzo, ? tranquillo fin dall’inizio di tutta la vicenda; qualche insegnante un po’ meno. “C’? stato chi consigliava ai bambini di stare a casa fino alla fine delle indagini”, racconta Simona. “Ora per fortuna la situazione si ? normalizzata. Io stessa sono più tranquilla dopo aver chiamato un medico del San Gerardo che conosco e che collabora con il professor Masera. Mi ha spiegato che ? gi? successo altre volte, ma che non ? mai stata trovata una causa comune. E poi i tre bambini che si sono ammalati hanno storie completamente diverse. Uno ? qui da pochi mesi perché ha appena iniziato la prima elementare, un altro si ? trasferito da una scuola della zona ed un terzo arriva addirittura da Roma. Cosa ci pu? essere in comune tra loro?” “Sono tranquilla”, esordisce così Cristina Massa, mamma di due bambini che frequentano le medie e le elementari di via Corridoni. “Non ? più pericoloso frequentare la scuola che starne fuori”. Cristina fa parte del gruppo di studio che sta passando al setaccio la Cuoco-Sassi la cui unica colpa, al momento, ? di aver accolto tra le sue aule tre bambini che si sono ammalati di leucemia linfoblastica. E’ sicura perché sta vivendo in diretta il fervore delle ricerche, il suo ? un osservatorio privilegiato da cui pu? vedere come lavora la squadra che conduce le indagini. “Il protocollo che ? stato messo a punto copre un ampio spettro di possibilit?”. E racconta: “all’inizio la paura c’? stata, ma a distanza di qualche settimana quasi tutti i genitori si sono tranquillizzati. “soprattutto perché sia Luigi Bisanti che il professor Masera si sono dimostrati aperti ad accogliere tutte le nostre preoccupazioni e disponibili a rispondere a tutte le nostre domande; ci hanno spiegato perché non abbiamo motivo di preoccuparci; ci hanno fornito una bibliografia per documentarci più a fondo. In questi pochi mesi a Milano ci sono stati sette casi”, continua Cristina. “E’ presto per dire che ? troppo: certo, se si andasse avanti così la media annuale milanese, che oscilla tra i sette ed i 12 casi, sarebbe stravolta. Ma aspettiamo i risultati delle indagini, che verranno concluse in aprile. Ad oggi non ha senso fare illazioni sui singoli elementi che stanno emergendo dalle ricerche della ASL”. “Piuttosto”, tiene a dirci questa mamma, “la mia preoccupazione ? che tutto questo non finisca con il report che verr? fatto ad aprile a conclusione delle ricerche. Oltre all’indagine approfondita che sta cercando un nesso che possa accomunare la vita dei tre bambini ora in cura al San Gerardo, spero che la levatura delle persone che sono state coinvolte sia un segno del fatto che questa storia non finir? qui. La cosa più importante ? che grazie a questo sfortunato evento si metta alla ribalta una malattia che, per quanto rara, ? terribile. L’analisi delle possibili cause della leucemia si lega con la salubrit? della città. Tutti sappiamo che Milano ? poco sana, ma su alcune cose si pu? intervenire. Se un ambiente ostile pu? essere una concausa o un fattore predisponente mi auguro che, una volta sgombrate le preoccupazioni sull’edificio scolastico, il gruppo di studio possa far pressioni anche a livello politico”. Cristina conclude con una nota polemica riferendosi alle dichiarazioni rilasciate dal consigliere comunale Barbara Ciab? che in gennaio si era detta molto sensibile al problema per aver vissuto in prima persona l’esperienza di un figlio malato di leucemia.. “Non posso augurarmi che i nostri consiglieri comunali abbiano un figlio malato per decidere di far qualcosa per l’aria della nostra città. Ciab? fa parte di una maggioranza che sull’ambiente non ha fatto niente”. E’ agguerrita Thea Tealdi, mamma di un bimbo che frequenta la terza elementare in via Corridoni. E vuole vederci chiaro. Tanto da aver attivato una fitta rete di contatti e di passaparola per dare una risposta ai mille perché che da oltre un mese assillano i genitori della Cuoco-Sassi. Dapprima l’idea ? stata di andare a ripescare altri casi simili in zona. E ci ? riuscita Thea, quando in tanti hanno risposto alla sua mail. Sono spuntate così le leucemie dell’asilo di via Goldoni, quattro tra il 2004 ed il 2008. Ed altri due casi presso la scuola di suore di Maria Ausiliatrice, stessa zona, centralissima, di Milano. E Thea, cartina alla mano, traccia una mappa di questi drammi familiari che alla fine hanno in comune un particolare, inspiegabile. “Sono avvenute tutte in vie parallele tra loro”, ci dice snocciolando nomi di vie milanesi che, in effetti, sono vicine l’una all’altra e, bizzarra coincidenza, tutte parallele. “Pur non frequentando la stessa scuola i bambini abitano tutti in una zona di Milano molto limitata e risiedono in vie tutte parallele tra loro. Per quanto riguarda l’asilo Goldoni le vie sono: Pisacane, Poerio e Kramer. Per i casi di via Corridoni si tratta di piazza 5 giornate, via Manara e via Poma e per i bambini che andavano alla scuola Maria Ausiliatrice via Bronzetti e via Mameli. Basta guardare una mappa per accorgersi quanto sia ristretta la zona e quanto le vie siano vicine una all’altra”. Thea Tealdi non ? preoccupata per ci? che potrebbe celarsi nell’edificio di via Corridoni, ma per quell’ambiente che lo stesso Giuseppe Masera, decano delle leucemie infantili, definisce malato. “All’inizio”, racconta “eravamo tutti allarmati. Alcuni i genitori hanno persino portato i loro figli a fare gli esami del sangue ed altri li ripeteranno tra tre mesi per essere più sicuri?”. Thea ? sconsolata. “All’inizio”, ripete, “erano tutti preoccupati: volevano sapere, volevano agire. Ora che la ASL ? intervenuta e le acque si sono calmate siamo tornati quelli di prima. La nostra zona ? piena di scuole private: i SUV si accavallano sui marciapiedi. Se alzo gli occhi al cielo una foresta di reticoli elettrici mi passa sopra la testa ed i ripetitori spuntano come funghi. Ci sono ripetitori ovunque. Sul palazzo di Coin in piazza Cinque Giornate c’? un’antenna gigantesca ed un palazzo vicino a casa mia riceve 45 mila Euro l’anno per aver lasciato montare un ripetitore sul tetto”. E non importa se ancora non c’? nulla di dimostrato, se SUV e antenne potrebbero essere innocenti. “Il fatto ?”, si sfoga la signora Tealdi, “che nessuno vuol farsi carico del problema inquinamento a Milano”. E racconta: “sono stata in Consiglio di zona per proporre una mozione da portare in Comune. C’era chi ascoltava l’Ipod e chi si ? portato il cane in aula. Parlavo di bambini con la leucemia e venivo interrotta da chi doveva portar fuori il cane a fare i bisogni suscitando l’ilarit? generale. Alla fine mi ? stato detto chiaro: fino alle elezioni niente problemi”. Thea ? stata anche ad una manifestazione organizzata lo scorso gennaio davanti a Palazzo Marino dall’associazione genitori antismog, quando il calendario inanellava giorni su giorni di polveri sottili ben oltre i livelli considerati limite per la salute. “Eravamo quattro gatti ed uno striscione”. Hanno ottenuto una domenica a piedi, che peraltro era gi? stata programmata. E poi un’altra in tutta la Pianura Padana, proclamata con rullo di tamburi e poi ritrattata. Ma Thea non molla. Studia, raccoglie documentazione e testimonianze, vaglia ipotesi, chiama esperti. Perch? non finisca tutto in una bolla di sapone. (di Daniela Condorelli)

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