ROMA – Terapie mirate con farmaci intelligenti e valutazione con metodi piu’ sofisticati dei livelli di malattia residua minima: e’ questa, secondo gli ematologi,riuniti a Roma all’ospedale pediatrico Bambino Gesu’ per un congresso internazionale sulle leucemie acute, la doppia strategia su cui bisogna lavorare per migliorare i risultati terapeutici nei casi di leucemie acute resistenti in eta’ pediatrica. ”Negli ultimi 50 anni la ricerca ha fatto passi da gigante sul fronte delle leucemie ma restano il 20[%] delle leucemie linfoidi acute e il 40[%] di quelle mieloidi acute che diventano resistenti e che presentano ancora altissimi tassi di mortalita”’, ha osservato Giulio De Rossi, responsabile dell’unita’ operativa di ematologia dell’ospedale Bambino Gesu’.
Per queste forme, ha proseguito, il trapianto di cellule staminali e la chemioterapia sono le uniche terapie che danno risultati anche se ancora non soddisfacenti. ”Su 50 bambini malati di leucemia acuta – ha detto – 10 vanno incontro ad una forma resistente di malattia, con le cure tradizionali solo 2 o 3 di essi avranno una lunga sopravvivenza e non si sa se guariranno. Per questo bisogna cambiare strategia puntando soprattutto a farmaci intelligenti che colpiscano solo le cellule malate”.
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