PERUGIA – E’ stata presentata stamani la nuova Struttura di radioterapia oncologica dell’Azienda
ospedaliera di Perugia, diretta dalla professoressa Cynthia Aristei. Nel corso dell’incontro, che si e’ svolto nel salone d’ingresso della Clinica, il direttore generale della stessa Azienda ospedaliera, Walter Orlandi, ha illustrato le caratteristiche principali delle nuove tecnologie. Alla cerimonia hanno partecipato il sindaco di Perugia, Renato Locchi, l’assessore regionale alla sanita’, Maurizio Rosi, il preside della facolta’ di medicina e chirurgia, Adolfo Puxeddu. In precedenza si era svolto un seminario sulle ”Innovazioni tecnologiche in radioterapia”. La Struttura di radioterapia oncologica – riferisce una nota dell’Azienda ospedaliera – e’ stata dotata di due nuovi acceleratori lineari. Uno dei due acceleratori viene prevalentemente utilizzato per il trattamento delle neoplasie della mammella, della sfera otorinolaringoiatria e dell’encefalo. Con l’altro, che produce fotoni di piu’ alta energia, possono essere piu’ adeguatamente trattate localizzazioni profonde, quali ad esempio quelle pelviche. Le nuove dotazioni consentono inoltre di somministrare trattamenti estremamente complessi, quali quelli ad intensita’ modulata, nuova tecnica radioterapia che, grazie a variazioni dell’intensita’ del fascio di radiazioni, ”scolpisce” la dose di radioterapia intorno al ”bersaglio”, con significativo risparmio di quei tessuti sani che, trovandosi in prossimita’ del volume da irradiare, sono inevitabilmente irradiati. Oltre ai due acceleratori lineari e’ stato acquisito un simulatore digitale, utilizzato per la pianificazione dei piani di trattamento. Sempre nella Struttura di radioterapia oncologica dell’Azienda ospedaliera di Perugia vengono eseguiti trattamenti di brachiterapia per la sfera ginecologica, per tumori della mammella, dei bronchi, delle vie biliari e trattamenti di radioterapia stereotassica sia a livello encefalico che negli altri distretti corporei. Questi ultimi trattamenti, riservati a particolari patologie, consentono di somministrare dosi molto elevate al tessuto neoplastico da irradiare, localizzato in maniera ”stereotassica”. Presupposto della metodica e’ che la porzione di corpo umano nel cui interno esiste la lesione ed il localizzatore
stereotassico formino una unita’ indissolubile che escluda ogni mobilita’ reciproca. L’acquisizione di ogni nuova dotazione ha comportato stage del personale in qualificati istituti sia nazionali che esteri. ”La Struttura – viene sottolineato nella nota – e’ tra le piu’ qualificate a livello nazionale.
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