GINEVRA – Ogni anno in Italia si registrano almeno 91mila decessi legati a cause ambientali e quindi prevenibili, secondo le stime rese note oggi a dall’Organizzazione mondiale della sanita’ (Oms). L’Italia, insieme alla maggioranza dei Paesi dell’Europa occidentale, e’ tra le nazioni del mondo che risultano meno colpite dall’impatto dei fattori ambientali sulla salute, ma questo non significa che non abbia problemi o progressi da compiere, ha affermato l’Oms.
Il nuovo studio misura il peso dell’impatto delle malattie e dei decessi che potrebbero essere evitati migliorando determinati fattori ambientali (inquinamento e qualita’ dell’acqua in primo luogo, ma anche incidenti, rischi ambientali professionali, esposizione alle radiazioni ultraviolette, qualita’ delle strade e degli edifici) e rivela che adeguati interventi potrebbero ridurre di circa il 20[%] il numero di decessi per cause ambientali nei 53 Paesi della regione Europa dell’Oms, pari a 5mila vite umane salvate al giorno. I costi sociali sono inoltre miliardari.
Secondo i dati globali resi noti dell’Oms, ogni anno nel mondo si registrano 13 milioni di decessi per cause ambientali che si potrebbero altrimenti prevenire. Particolarmente esposti, ovunque, sono i bambini. L’Italia, secondo la tabella che l’Oms dedica al Paese, registra un indicatore di Disability Adjusted Life Years (Daly) – misura che indica la somma degli anni di vita persi a causa di una morte prematura e degli anni di produttivita’ persi a causa di disabilita’ o malattie – pari a 16 per mille. Significa che ogni mille abitanti ed ogni anno, l’Italia perde 16 anni di vita in buona salute, a causa di tumori, disturbi cardiovascolari, altre malattie, traumatismi o disabilita’.
Tra i Paesi che registrano un indicatore ‘Daly’ piu’ basso figurano ad esempio Islanda (14) o Svezia (15). La Francia e’ a 17 su 1000, la Polonia a 25, gli Usa a 19. In Italia infine il 14[%] del totale dei Daly sono legati a fattori ambientali e potrebbero essere evitati riducendo i rischi legati all’inquinamento o altri fattori. ”Per l’Italia – ha spiegato Roberto Bertollini, direttore del Programma salute e ambiente dell’Oms – uno dei fattori piu’ importanti e’ l’inquinamento atmosferico che gioca un ruolo molto significativo nello spiegare una parte di questo impatto sulla salute”. A questo poi si aggiungono gli impatti delle sostanze chimiche che sono molto piu’ difficili da quantificare e da studiare.
Lo studio dell’Oms include anche altri fattori quali la frazione di incidenti stradali o domestici dovute a condizioni ambientali o contestuali e quindi non a comportamenti individuali ma a condizioni – come ad esempio la qualita’ delle strade – che potrebbero essere corrette con interventi esterni. E’ la prima volta che l’Oms pubblica un’analisi dell’impatto ambientale sulla salute Paese per Paese. I Paesi maggiormente colpiti sono Angola, Burkina Faso, Mali e Afghanistan.
In 23 Paesi, inoltre, oltre il 10 [%] dei decessi sono legati a due soli rischi ambientali: l’acqua insalubre e la mancanza di igiene da una parte, e l’inquinamento all’interno delle case causato dall’impiego di combustibili solidi per cucinare dall’altra. Nel mondo, i bambini sotto i cinque anni sono le principali vittime e contano per il 74[%] dei decessi legati alle malattie diarroiche ed infezione delle vie respiratorie inferiori.
Le differenze tra Paesi a basso reddito e Paesi ricchi sono notevoli, ma lo studio ha mostrato che ogni Stato puo’ agire ancora per contenere l’impatto ambientale sulla salute.
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