Li chiamano “angeli in camice azzurro”. In realt? di “celeste” hanno solo il colore dell’uniforme che li distingue da tutto il personale ospedaliero. Stiamo parlando dei volontari dell’associazione Abio (associazione bambino in ospedale) che da dodici anni sono un punto fisso nei reparti di pediatria del Policlinico universitario, dell’ospedale Garibaldi e del Cannizzaro. Quella di Catania ? una delle tante realt? Abio italiane che, nata da un piccolo gruppo di giovani, originariamente vedeva i volontari passare i loro pomeriggi soltanto nel reparto di oncoematologia del Policlinico. A distanza di dodici anni Abio Catania conta qualche centinaio di persone che, organizzati in turni, ogni pomeriggio non fanno mancare il loro supporto ai piccoli degenti dei reparti di pediatria, costretti a passare in ospedale un tempo lungo o breve, a seconda dei casi. I volontari sono dei veri e propri compagni di giochi per i piccoli, una faccia amica per i genitori che accompagnano i loro figli nella malattia. Non perdono un appuntamento e con i loro giochi, i loro colori e soprattutto con il loro sorriso non mancano in ospedale nemmeno in quei giorni che per il calendario sono rossi. Anzi, Natale, Carnevale, Capodanno, Pasqua, sono una buona occasione per portare la festa direttamente nelle corsie d’ospedale. L’associazione catanese ? presieduta da Andrea Di Cataldo, professore di oncologia pediatrica all’Universit? di Catania, che ogni giorno veste i panni di medico e che proprio per questo funziona da trade d’union tra l’attivit? clinica e quella di volontariato. ?Sono un “volontario” Abio anomalo, , ma sono da sempre stato vicino a chi ha deciso di regalare un po’ del suo tempo ai giovani degenti. – ci ha spiegato aggiungendo – In questi anni ho sempre cercato di essere una guida per chi era dentro l’associazione sfruttando la mia esperienza professionale?. Che il ruolo del volontario all’interno dei reparti di pediatria sia fondamentale, ce lo spiega proprio Di Cataldo, nella sua veste di presidente e di professore: ?Il bambino e la sua famiglia, hanno bisogno di una figura diversa da quella del personale che lavora in ospedale. Bisogna tenere a mente che, sia per una degenza lunga che per una breve, il bimbo in reparto si trova in un ambiente in cui non ? abituato a vivere?. A mettere tutti a proprio agio ci pensano senza fatica le persone che hanno deciso di dedicarsi ai bambini in questo modo. Lo ha fatto Adriano Aiello, che da quattro anni non fa mancare la sua allegria al Policlinico: ?L’impegno in fatto di tempo non ? oneroso. Veniamo qui un pomeriggio a settimana per due ore. Bisogna crederci per rispettare l’appuntamento ricordandosi che i bambini ci aspettano puntuali ogni giorno?. Un impegno “da poco” che ricompensa in maniera inaspettata i volontari, come ci racconta Simona Italia, anche lei al Policlinico da sei anni: ?Noi giochiamo. Facciamo quello che piacerebbe fare a tutti e in cambio riceviamo dolci sorrisi da chi fino ad un attimo prima aveva tenuto il broncio, o da chi, pur nella sofferenza sa che incontrandoci pu? tirare una boccata d’aria?. Per comprendere quanto sia fondamentale l’Abio in ospedale bisogna tenere a mente una cosa, come dice Andrea Di Cataldo: ?Il bambino ricoverato ? una persona triste, che ha bisogno di qualcuno che lo aiuti a sorridere o che comunque gli faccia ritrovare il sorriso?. E di sicuro, dopo quelle due ore passate in compagnia dei “camici azzurri” il sorriso torna. Non potrebbe essere diversamente quando al tuo letto si presenta qualcuno con un naso rosso da clown, con una tasca piena di palloncini, disposto anche a prestare una mano o un braccio per provare una scatola di colori. Per contattare Abio Catania: 095/ 3782676, 095/223674 abio_catania@virgilio.it Mariangela Di Stefano
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