Pediatria: una carta italiana per rifondare l’assistenza ai bambini – Appello SIP a istituzioni, medici e media: urge passare dalle parole ai fatti

MILANO – Una Carta italiana in 10 punti per rifondare l’assistenza pediatrica in Italia. Offrendo a bambini e famiglie risposte migliori e più mirate a 360 gradi: dalla prevenzione degli incidenti domestici alle cure d’emergenza, dal controllo dei malati cronici alla gestione dei pazienti terminali o di quelli che, dopo un dramma come il cancro, sono riusciti a guarire definitivamente. Il documento – redatto da Societ? italiana di pediatria (Sip) e Fondazione Abio in collaborazione con l’Associazione famiglie italiane (Afi) – ? il primo che adatta alla realt? nostrana le precedenti Carte internazionali e sar? presentato al 63esimo Congresso nazionale dei pediatri Sip, in programma a Pisa dal 26 fino al 29 settembre.
Dalla Sip, 110 anni nel 2008, arriva un appello a istituzioni, medici e cittadini. "Spedir? una lettera al ministro della Salute Turco, agli assessori regionali alla Sanit? e ai presidenti regionali Sip – annuncia oggi a Milano il presidente nazionale della societ?, Pasquale Di Pietro – Chieder? che si monitori l’attuazione dei 10 punti della Carta. Perch? qualcosa possa davvero cambiare per il bene dei bimbi, servono scelte coraggiose. Non basta discutere nei salotti tv, urge passare dalle parole ai fatti". E "scriver? anche ai direttori delle maggiori testate quotidiane – promette l’esperto – perché per vincere la battaglia occorre l’aiuto di tutti".
Di Pietro e Giuseppe Saggese, ex presidente Sip e presidente del convegno, citano alcuni numeri del ‘pianeta pediatria’ in Italia: 5 milioni e mezzo di accessi l’anno al Pronto soccorso, con 550 mila codici gialli o rossi e un 10-14[%] di visite che si traducono poi in ricoveri (percentuale 5 volte maggiore nei Pronto soccorso non pediatrici). E ancora: 50 under 14 ogni anno morti per soffocamento da cibo o corpi estranei (pezzi di giocattoli in prima linea), 11 mila baby-malati terminali bisognosi di cure anti-dolore e una percentuale di adolescenti malati cronici pari al 12[%], con un 1-2[%] che soffre di più di una patologia. Trend in crescita, e sempre meno pediatri sul campo: "I 15 mila attuali si dimezzeranno a 7 mila in 15 anni", avverte Saggese. Le risorse vanno quindi razionalizzate, ma certo non a scapito della qualit?. Diritto all’assistenza, al gioco e allo studio in ambienti ad hoc, a misura di bimbo e non di adulto; diritto ad avere accanto un proprio caro sempre, giorno e notte e in ogni fase della diagnosi e della cura; diritto a essere informati del male di cui soffrono e a partecipare alla scelta sui trattamenti da seguire.
Questi i punti salienti della ‘Carta dei diritti dei bambini e degli adolescenti in ospedale’: "Adottarli ? semplice, non ci sono più alibi", dice Di Pietro. Il numero uno della Sip analizza le criticit? della pediatria  italiana d’oggi: "Nell’ambito delle cure primarie (pediatri di libera scelta) la carenza di medici disponibili il sabato e nei giorni festivi, e nell’ambito delle cure secondarie (in ospedale) la scarsa attenzione tuttora riservata alla terapia intensiva e soprattutto alla semi-intensiva (cure intermedie)". Da uno studio avviato dalla Sip, e ancora in corso, risulta che il 75[%] delle strutture italiane non ha posti letto di terapia semi-intensiva; un altro 5,4[%] ne ha appena uno, mentre solo 6 centri hanno 5 o più letti dedicati. In totale, su 1.926 posti letto di degenza ordinaria censiti, soltanto 106 (5,5[%]) sono di terapia semi-intensiva". Ci? si traduce in ricoveri impropri in intensiva, letti in meno per i pazienti più gravi e costi lievitati.
Per recuperare risorse volte a colmare questa lacuna, "sarebbe giusto evitare frammentazioni e chiudere, anche a rischio di diventare impopolari, i reparti dei piccoli ospedali dove i pediatri sono spesso factotum (da neonatologi ad anestesisti) e la qualit? dell’assistenza viene penalizzata", puntualizza il numero uno Sip.
Nel modello di assistenza auspicato dai pediatri italiani ? poi indispensabile un’attenzione particolare alla cronicit?. "Grazie ai successi della medicina moderna – riprende Saggese – anche bimbi che in passato sarebbero morti entro i 10 anni di vita ora diventano adolescenti. Teenager malati cronici", meno inclini alla contraccezione responsabile e più a rischio di malattie sessualmente trasmesse, fumo, abuso di alcol e di sostanze stupefacenti, e disordini del comportamento alimentare come il ‘dieting’: regimi ipocalorici ripetuti, anticamera di anoressia e bulimia. "Per tutti i bimbi in generale, ma più che mai per questi pazienti critici – afferma il past president Sip – ? fondamentale un passaggio quanto mai coordinato da pediatra a medico dell’adulto, e uno stretto raccordo tra centro specialistico che segue il malato nella sua patologia e operatori sul territorio".
Fra gli altri sogni della Sip, anche centri specializzati nella terapia anti-dolore dei bimbi che necessitano di cure palliative. Nonch? la messa a punto di una ‘certificazione di guarigione’, e la creazione di ‘ambulatori dei guariti’ per i piccoli malati di cancro che riescono a vincere il tumore e a diventare adulti: "Oggi sono il 70[%] di tutti i pazienti oncologici in et? pediatrica, con percentuali che arrivano all’80[%] in caso di leucemia", ricorda Di Pietro. Infine, la pediatria ideale non pu? dimenticare la prevenzione. Esperienze educazionali come quelle lanciate di recente dalla Sip, fra cui il progetto ‘Bimbi sicuri 24 ore su 24’ e i corsi ai genitori sulle manovre anti-soffocamento e sulla rianimazione cardio-respiratoria, "vanno implementati e diffusi", sostengono gli esperti. "Tutti i governi dovrebbero investire di più in politiche sanitarie indirizzate ai bimbi – conclude Saggese – Gli under 18 rappresentano il 20[%] della popolazione totale e sono il nostro futuro. Ed ? ormai certo che l’attitudine a una vita sana dipende per il 70[%] dalle abitudini imparate da bambini".

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