MILANO –
La sopravvivenza degli adolescenti malati di tumore e’ inferiore rispetto ai pazienti pediatrici: servono protocolli specifici per una fascia d’eta’ che non ne’ pediatrica ne’ adulta. A lanciare l’allarme sono stati gli oncologi pediatri dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano nel corso del convegno “Sport, moda e chemio: l’universo degli adolescenti quando si ammalano di tumore”, che si e’ svolto oggi presso il Palazzo Lombardia a Milano e organizzato dall’Istituto in collaborazione con la Fondazione Monza e Brianza per il Bambino e la sua Mamma (MBBM).
Adolescenti e bambini malati di tumore, pur nelle stesse condizioni cliniche, hanno possibilita’ di guarigione differenti: contro la leucemia linfoblastica acuta, per esempio, i bambini hanno l’85% di probabilita’ di sopravvivenza a fronte del solo 50% degli adolescenti. Causa di questa la disparita’ nelle cure oncologiche sono la difficolta’ dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni di accedere alle cure di eccellenza e di essere arruolati nei protocolli clinici e il problema che, nonostante due terzi dei tumori in questa fascia d’eta’ siano neoplasie tipiche dell’eta’ pediatrica, solo una minoranza dei pazienti adolescenti e’ curata in reparti pediatrici. Proprio per indagare le possibili cause dell’inadeguato accesso alle cure e dell’insoddisfacente tasso di guarigione degli adolescenti rispetto ai bambini, l’Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica (AIEOP) ha creato una Commissione Adolescenti. “L’obiettivo della Commissione – spiega Andrea Ferrari, oncologo pediatra dell’Istituto Nazionale dei Tumori e coordinatore della Commissione Adolescenti dell’AIEOP – e’ mettere sempre a disposizione dei pazienti adolescenti la migliora cura possibile: per fare questo occorre arrivare a livello delle istituzioni, del piano oncologico nazionale, delle politiche regionali, eliminare i limiti di eta’, spesso fissati a 14 o 16 anni, per l’accesso ai reparti e ai protocolli di oncologia pediatrica”.
Nel corso del convegno si e’ anche discusso del fatto che diversi fattori psicologici, sociali e comportamentali possono influenzare l’efficacia dei farmaci chemioterapici e, quindi, la risposta alle terapie e le possibilita’ di guarigione dei ragazzi. Presso la Pediatria oncologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori e’ gia’ attiva un’iniziativa, il “Progetto giovani”, per rispondere alle particolari esigenze degli adolescenti malati di tumore. Spiega Maura Massimino, responsabile della Pediatra oncologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori: “Lo scopo di questo progetto e’ standardizzare l’accesso dei pazienti a servizi particolari come il supporto psicosociale o le misure di conservazione della fertilita’ e la prosecuzione delle cure dopo la conclusione della terapia. Inoltre, abbiamo creato anche spazi dedicati ai ragazzi e progetti che, gestiti da professionisti di varie discipline, hanno cercato di trasformare l’ospedale in un luogo un po’ speciale, per dare il maggior spazio possibile all’identita’ e alla creativita’ dei ragazzi”. All’interno della struttura, oltre al supporto psicologico, e’ previsto anche un supporto sociale. Tra le misure piu’ importanti c’e’ il tentativo di garantire la continuita’ scolastica: quattro insegnanti (inclusa un docente di scuola superiore) e cinque educatori fanno, infatti, parte dello staff.