Dal trasferimento a Roma con la sua famiglia per curare il fratellino Raiden, alla scoperta della passione per la cucina: Marvi racconta il suo percorso come sibling e il legame profondo nato con la Grande Casa di Peter Pan.
Quando un bambino si ammala di cancro, anche i fratelli e le sorelle affrontano un percorso difficile. Marvi, oggi 17 anni, ci racconta cosa significa crescere accanto a un fratellino in cura, ricominciare in un altro paese, trovare una nuova passione… e sentirsi parte di una grande famiglia chiamata Peter Pan.
Un nuovo inizio
Fin da piccolo Raiden è sempre stato poco bene e spesso doveva andare in ospedale. Aveva 11 mesi quando abbiamo scoperto la sua malattia. Lui e mamma sono venuti per primi qui a Roma per curarlo.
Io ho sempre desiderato tanto avere un fratellino, quando è nato ero felicissimo. Quando ci hanno diviso mi mancava tantissimo. Appena mamma mi ha detto che aveva trovato un posto dove stare, ossia Peter Pan, non ero nella pelle. Ero molto contento.
Una volta compiuti 15 anni ho chiesto a mio padre di poterli raggiungere. Ho voluto iniziare a studiare qui, ho voluto ricominciare. Ho iniziato una nuova vita. Sono a Roma da due anni. Ho 17 anni, e ho davvero imparato tanto da questa Casa. Sono cresciuto.
I primi due mesi sono stati difficili perché mi sentivo solo, me ne stavo qui chiuso. Mi sentivo a distanza con gli amici, ma non era la stessa cosa. Mamma era preoccupata anche per me e già aveva tanti pensieri per Raiden.
Una passione che cambia tutto
Poi piano piano ho imparato l’italiano, sono riuscito a farmi molti più amici. Inizialmente ho provato a continuare a fare calcio. Lo facevo da 10 anni in Albania. Ma poi ho perso l’entusiasmo.
Ho iniziato a fare l’alberghiero, mi sono iscritto a questa scuola che mi è piaciuta tantissimo e dove mi trovo davvero bene. Ho scoperto che amo cucinare. Ed è sicuramente un mestiere che potrò portare avanti.
La Grande Casa come famiglia
Qui in casa ho conosciuto tantissimi bambini, ho giocato con loro, sono stato un loro confidente, un compagno di balli e risate. Il fratello maggiore un po’ di tutti quanti.
Ora torneremo solo per i controlli. Raiden ha finalmente finito questa guerra ed io mi sento molto meglio, sono contento e vorrei che tutti i bambini qui diventino grandi, forti e che guariscano tutti. Lo auguro con tutto il cuore.
Se la mia famiglia sta bene, sto bene anch’io. Ora inizia davvero una nuova vita. Siamo tutti più sereni e tranquilli, ci siamo liberati di tante preoccupazioni. Anche Raiden può cominciare ad imparare a leggere e a scrivere, a fare la vita di tutti i bambini della sua età.
C’è una cosa che tengo molto a dire: come i volontari che sono stati al nostro fianco e che hanno fatto davvero tanto per noi. Anch’io un giorno vorrò restituire questo bene ricevuto.
Voglio diventare volontario qui a Peter Pan, proprio come loro. Voglio poter raccontare alle nuove famiglie che arrivano qui nella grande casa, la mia storia e col cuore in mano dargli forza e speranza, e soprattutto dirgli che è solo un momento di passaggio, il tempo qui vola.
Ogni volta che varcherò l’ingresso di Peter Pan mi sentirò sempre a casa. Perché questa per me è stata una vera famiglia per questi due anni. È proprio bello dedicare se stessi alle famiglie e ai bambini qui ospiti. Voglio dare anch’io, come i volontari che ho conosciuto qui, il 100% di me stesso a tutti quelli che verranno.
Conclusione
La storia di Marvi ci ricorda quanto sia importante ascoltare e sostenere anche i fratelli dei bambini malati. In ogni fratello maggiore silenzioso può nascondersi un cuore pieno di coraggio, pronto a restituire amore.