Stato tartassa centro di eccellenza anti-leucemia

ROMA – "Che differenza c’? tra una pelliccia di pantera, una Ferrari 612 Scaglietti e una clinica per curare i bambini colpiti dalla leucemia? Nessuna, per il fisco dello Stato italiano. Il quale, alla ‘Citt? della speranza’ di Padova, che sta per regalargli il più importante centro europeo di ricerca del settore costruito tutto con finanziamenti dei privati, chiede anche di pagare il 20 per cento di Iva. Una tassa che mai come in questo caso appare indecente". Lo denuncia Gian Antonio Stella in un articolo richiamato sulla prima pagina del Corriere della Sera nel quale si legge che il centro "proprio oggi parte con una nuova impresa: la costruzione, ancora a Padova, della ‘Torre di ricerca’. Un grande edificio di dieci piani disegnato dall’architetto Paolo Portoghesi, che ha regalato il progetto. Quasi 15mila metri quadri di laboratori di ricerca (9mila gestiti direttamente dalla ‘Citt? della Speranza’, gli altri destinati alla Pediatria dell’universit?) nei quali potranno trovare spazio complessivamente 700 ricercatori. Un investimento iniziale di 15 milioni di euro garantiti dalla fondazione. Parte raccolti tra gli amici, parte (quasi quattro milioni e mezzo) ricevuti in dono da Annamaria De Claricini, una signora milanese che ha chiesto che parte del centro sia dedicata alla memoria del marito, il ginecologo Corrado Scarpitti". Si aggiunge quindi che da questa impresa che "dovrebbe fare della ‘Torre’ il più importante centro di ricerca europeo per le leucemie infantili, la sanit? pubblica ha tutto da guadagnare. Il terreno ? stato regalato alla ‘Citt? della Speranza’ da ‘Zip’, un consorzio che raggruppa il Comune di Padova, la Provincia e la Camera commercio. I soldi e l’impegno li mettono i privati. Eppure, non pago di avere in dono una struttura del genere, lo Stato imporr? alla ‘Torre’ di pagare 4 milioni e mezzo di Iva. Il 20 per cento. Il doppio dell’Iva agevolata imposta, ad esempio, sul materiale che i partiti comprano per la campagna elettorale. Come se invece che un complesso scientifico che sar? messo a disposizione di tutti gli italiani, la fondazione comprasse delle Maserati, ordinasse delle costosissime bottiglie di ‘Sassicaia’ o costruisse residence di lusso. Con una aggravante: che non essendo la ‘Citt? della Speranza’ un’azienda privata, l’Iva non pu? neppure scaricarla. Un capannone si scarica dalle tasse, un centro di ricerca d’eccellenza no".

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