TRENTO – La costruzione a Trento di un centro di protonterapia, cioe’ radioterapia con protoni, e’ al termine della fase burocratica preliminare. Se non ci saranno intoppi, sara’ pronto entro 4 anni e potra’ arrivare a curare fino a 1.200-1.300 pazienti all’anno dopo la fase di rodaggio, ovvero dopo circa due anni. L’annuncio e’ stato dato oggi in una conferenza stampa dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, dopo avere fatto il punto sulla questione con la giunta. Il centro e’ destinato ad occupare un’area vicina a quella che dovra’ ospitare il trasferimento dell’ospedale cittadino Santa Chiara, nella zona Sud. Con due camere di cura, il centro viene studiato per funzionare 15,5 ore al giorno e 8 ore il sabato, quindi su due turni di trattamenti, per essere utilizzato anche dalla province limitrofe. Ad occuparsi della fase di negoziato per la scelta delle caratteristiche e l’aspetto economico e’ l’Agenzia provinciale per la protonterapia, diretta dal professor Renzo Leonardi, che sta trattando con l’Iba (Ion Beam Application) societa’ nata
dall’universita’ belga di Lovanio. ”L’utilizzo della radioterapia con protoni – ha sottolineato oggi Leonardi – prevede l’uso di acceleratori di protoni (ciclotroni), certo piu’ ingombranti degli acceleratori di elettroni usati finora per la radioterapia, ma di maggiore efficacia, grazie alla precisione superiore che si puo’ ottenere con i protoni nel colpire i tessuti malati, evitando quelli sani, e alle profondita’ maggiori a cui possono giungere nei tessuti. Le applicazioni per la cura sono dunque numerose, in particolare in pediatria”.
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