Tumori: anche in Italia farmaco che vince le resistenze delle leucemie

ROMA – Nuove speranze per i malati di leucemia mieloide cronica e di leucemia linfoblastica acuta resistenti o intolleranti alle attuali terapie: e’ ora disponibile, anche in Italia dopo il via libera dell’Agenzia italiana del Farmaco (AIFA), il dasatinib, nuovo trattamento mirato. La notizia giunge dal XII congresso della European Haematology Association (EHA) chiusosi ieri a Vienna, dove circa 7000 esperti provenienti da tutto il mondo si sono dati appuntamento per discutere i piu’ recenti risultati della ricerca nell’ambito delle malattie ematologiche.
Evidenze cliniche, da un recente studio condotto in un centro europeo, indicano che la resistenza a imatinib mesilato, l’attuale terapia standard per la leucemia mieloide cronica, puo’ verificarsi nel 25[%] circa dei pazienti in fase cronica, nel 41[%] dei pazienti in fase accelerata e nel 92[%] dei pazienti in crisi blastica.
Fino ad oggi erano disponibili per questi pazienti limitate opzioni terapeutiche. Il nuovo trattamento ha gia’ conquistato un record nella storia della medicina: dalla sintesi del primo prototipo di molecola (1999) all’assegnazione ufficiale dello status di farmaco orfano da parte delle agenzie sia americana – FDA – che europea ? EMEA – (2005) sono passati solo 6 anni.
Approvato gia’ in Usa e in molti Paesi europei, in Italia dasatinib e’ prescrivibile a carico del Servizio Sanitario Nazionale (Classe H) con le seguenti indicazioni: trattamento degli adulti con leucemia mieloide cronica (LMC) in fase cronica, accelerata o blastica con resistenza o intolleranza ad una precedente terapia comprendente imatinib mesilato, e trattamento di adulti con leucemia linfoblastica acuta (LLA) con cromosoma positivo (Ph+) e con LMC in fase linfoide blastica con resistenza o intolleranza ad una precedente terapia. La leucemia mieloide cronica e la leucemia linfoblastica acuta Ph+ sono patologie gravi per le quali l’insorgenza di resistenza e intolleranza ai trattamenti disponibili costituisce un problema concreto e di difficile gestione. La possibilita’ di sviluppare resistenza aumenta con il numero degli anni di trattamento e con la gravita’ della malattia.

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