Tumori: Conte, premiato nuovo approccio “su misura”

PARIGI – Un motivo di grande soddisfazione personale, ma non solo: il primo italiano ad avere ricevuto uno dei premi internazionali piu’ prestigiosi per l’oncologia, Pier Franco Conte, sente il premio Claude Jacquillat che gli e’ stato consegnato oggi a Parigi, nel Congresso Internazionale sulle terapie anti-cancro (Icact), come il riconoscimento della ”bonta’ di una linea di ricerca portata avanti negli anni” e anche alla ricerca italiana.
”La situazione della ricerca in Italia si vede sempre in negativo”, ha osservato, ma questo premio ”dimostra che anche
in Italia si puo’ fare ricerca ad alto livello”.
E’ a Pier Franco Conte, oggi direttore del dipartimento di Oncologia ed ematologia del Policlinico di Modena, che si deve la ricerca che tende a calibrare diagnosi e cura del tumore del seno su ogni paziente, grazie alla conoscenza delle caratteristiche molecolari del tumore. ”Sono ricerche che ho portato avanti prima nell’Istituto Tumori di Genova, poi nel Policlinico Santa Chiara di Pisa e negli ultimi quattro anni a Modena”.
Dal congresso, ha osservato, ”emerge con evidenza come la terapia personalizzata sia il punto di partenza per progredire nella lotta contro il cancro: non piu’ la stessa terapia per tutte le persone colpite dalla stessa forma di tumore, ma trattamenti diversificati sulla base delle caratteristiche molecolari di ogni caso”.    Una strada ancora lunga, ma che gia’ comincia a produrre qualche cambiamento. Tuttavia, secondo Conte, ”il vero salto di qualita’ si avra’ solo con l’avvio di percorsi diagnostico-terapeutici condivisi in gruppi interdisciplinari che includano anche patologi e biologi per la definizione delle terapie”.
L’appoccio promosso da Conte inverte la tecnica tradizionale di cura: di solito la terapia chirurgica precede quella farmacologica, ma fare il contrario, per l’oncologo, permette ”di valutare l’effetto della terapia sulla singola paziente” e nello stesso tempo ”di studiare come diverse terapie agiscono su diversi bersagli”. L’obiettivo ultimo, ha concluso, ”non sara’ piu’ avere un’unica terapia per tutti, ma cure sempre piu’ ritagliate sulle caratteristiche dei pazienti”.

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