Le diagnosi arrivano troppo tardi. Gli stranieri colpiti da cancro muoiono più degli italiani, ma non perchè colpiti da forme tumorali più aggressive, solo perchè la malattia viene scoperta in ritardo. A lanciare l’allarme è l’Associazione italiana di oncologia medica (AIOM). Per affrontare il problema parte il primo progetto nazionale multietnicodi VALERIA PINI
ROMA – La salute degli immigrati diventa più fragile vivendo nel nostro Paese. Gli stranieri colpiti da un cancro muoiono più degli italiani. Non perchè la malattia sia più aggressiva, ma perchè viene scoperta in ritardo, fino a 12 mesi dopo. A lanciare l’allarme i dati dell’Associazione italiana di oncologia medica 1(Aiom). “Vediamo un aumento dei tumori più direttamente correlati a stili di vita sbagliati, polmone, testa-collo, colon-retto, stomaco, e al mancato accesso allo screening: collo dell’utero, seno e ancora colon retto – spiega l’oncologo Carmelo Iacono dell’Aiom -. Questo si traduce in diagnosi tardive, che arrivano quando la neoplasia è in fasi più avanzate e quindi più grave. In questa popolazione c’è poi un’incidenza maggiore di cancro al fegato, che ha origine, in gran parte dei casi, da cirrosi, dovute a forme di epatite B cronica ed è quindi più frequente in popolazioni che non hanno ricevuto la vaccinazione contro il virus, hanno vissuto in ambienti in cui questo prolifera o presentano altri fattori predisponenti come, ad esempio, rapporti non protetti, abuso di alcol…”.
Le difficili condizioni di vita. Sullo stato di salute dei migranti pesano anche le difficili condizioni di vita. Oltre il 30% dei tumori è direttamente collegato ad una dieta scorretta. Abitare in ambienti umidi porta ad ammalarsi più facilmente. Chi fuma ha 23 volte più
probabilità di ammalarsi di cancro al polmone, rispetto a chi non lo fa. In Italia gli immigrati sono 4.570.317, il 7,5% della popolazione. Un numero in costante crescita (sono 335mila in più rispetto al 2010, +7,9%) e con un peso sempre più rilevante nei reparti di oncologia medica. Per questo Aiom ha deciso di attivare il primo progetto nazionale multietnico dal titolo “Problematiche oncologiche nei migranti: dall’emergenza alla gestione”.
Il problema della lingua. Fra i problemi che gli stranieri affrontano per curarsi nel nostro Paese, c’è anche quello della lingua. Il progetto prevede la realizzazione di opuscoli informativi in diverse lingue da diffondere in collaborazione con altre Società scientifiche. E sul web, nel sito www.aiom.it 2, verrà attivata un’area dedicata con un’attenzione particolare per i ragazzi. I minorenni stranieri nel nostro Paese sono 932.675, di cui 572.720 nati in Italia. “Dobbiamo insistere sulla prevenzione, in particolare attraverso il coinvolgimento delle “seconde generazioni” – continua Marco Venturini, presidente dell’Aiom -. Si tratta di cittadini che parlano la nostra lingua, crescono in Italia, fanno da tramite per la traduzione, la comunicazione, l’informazione ai genitori e rappresentano una risorsa insostituibile come fautori del cambiamento culturale all’interno del nucleo familiare”.
La prevenzione. “L’adesione agli screening è altrettanto importante – spiega Iacono – si pensi che la mammografia può ridurre del 25% la mortalità. L’accesso a questo esame è ancora insufficiente nel nostro Paese, è in media del 55% (su 2 donne invitate solo una accetta), con un divario tra Centro-Nord e Sud dove i livelli di adesione sono al 40%. Nelle donne straniere il dato è ancora fortemente inferiore. Senza contare il dramma dell’immigrazione irregolare, che sfugge alla nostra percezione e che non accede ad alcun tipo di controllo preventivo. E’ una nostra priorità annullare queste differenze”.
Fonte: repubblica.it – 04 novembre 2011