Tumori infantili, una giornata di studio per intensificare la collaborazione ospedale del Valdarno e territorio

Al via la “Giornata sui tumori infantili, percorso lungo e difficile: facciamolo insieme” in programma venerdì 17 ottobre dalle 9,30 alle 12,30 presso la sala conferenze Paul Harris dell’Ospedale del Valdarno. L’iniziativa che ha, tra gli organizzatori il Dipartimento Materno-Infantile dell’AUSL 8 di Arezzo, l’AOU Meyer e Calcit Valdarno con il patrocinio del Comune di Montevarchi, il Liceo Varchi, gli Amici del Varchi e l’Istituto Magiotti, ha come obiettivo quello di potenziare la collaborazione fra i vari specialisti e tutte le figure sanitarie che ruotano attorno al bambino e l’adolescente, identificando insieme, i problemi più urgenti. “Nella pratica di tutti i giorni la presa in carico del malato pediatrico oncologico e della sua famiglia – spiegano gli organizzatori -, attualmente svolta nei vari Centri di Emato-Oncologia Pediatrica, presuppone fin dall’inizio del trattamento anche la presa in carico di questi da parte delle Pediatrie e di Pediatri di libera scelta del territorio che collaborano in modo fattivo con i vari centri di onco-ematologia, esistenti in Italia. Questo per garantire una migliore qualità di vita del paziente e della sua famiglia. Grazie a questa collaborazione si possono istituire strategie comuni per le terapie di supporto, per le cure palliative, per la terapia del dolore e facilitare lo sviluppo della psico-oncologia e la riabilitazione a domicilio, compresa la psicomotricità dei più piccoli. Tutto ciò è possibile grazie alla integrazione delle conoscenze e dell’istituzione di protocolli di comportamento condivisi nei confronti di problematiche legate alle cure del paziente oncologico trattamento del tumore ed effetti collaterali acuti e tardivi delle terapie; follow-up oncologico e cure palliative”. Da qui l’importanza dell’iniziativa del Valdarno. L’oncologia pediatrica si occupa dello studio e della cura delle neoplasie dell’età pediatrica. Il range di età teorico è di 0-15 anni, tuttavia, nella realtà, il limite dei 15-21 anni viene esteso indefinitamente per alcune neoplasie tipiche del bambini e del giovane adulto che si presentano, sia pure con frequenza minore, in età adulta. Lo scopo dell’oncologia pediatrica è perfezionare i piani di cura, aumentando il numero dei sopravviventi o diminuendo gli effetti collaterali, ridurre il numero delle ricadute, migliorare le terapie di salvataggio, riconoscere i fattori prognostici di tipo clinico e biologico, fornire un adeguato e continuo follow-up, programmare la terapia di riabilitazione, prevenire, riconoscere e trattare le sequele iatrogene, fornire, se richiesta, una consulenza genetica. I tumori dell’infanzia sono circa l’1-2% di tutte le neoplasie. Il cancro dei bambini non è un’entità singola, ma uno spettro di neoplasie diverse per istologia, sede di origine, razza dell’ospite, sesso ed età. Vi è una prevalenza nei maschi e l’incidenza aumenta al di sotto dei 5 anni ed al di sopra dei 15, con una maggiore frequenza nella razza bianca. Tra 0 e 2 anni prevalgono neuroblastoma, nefroblastoma e retinoblastoma; tra 3 e 5 anni, leucemie acute e sarcomi delle parti molli; tra 5 e 9 anni tumori del sistema nervoso centrale e linfomi maligni; tra 10 e 15 anni linfoma di Hodgkin, tumori dell’osso, sarcomi delle parti molli, che si presentano inoltre per tutta l’adolescenza e nel giovane adulto, caratterizzati purtroppo da tassi di sopravvivenza. per alcune neoplasie, non ancora soddisfacenti anche quando vengano applicati regimi di trattamento intensivi con farmaci ad alte dosi e reinfusione di cellule staminali. Per migliorare la qualità complessiva trattamento e della prognosi di questi pazienti caratterizzati da particolari criticità legate all’età e alle peculiarità assistenziali, l’ospedale Meyer ha pianificato un innovativo progetto denominato “Progetto adolescenti”. Il progetto, fortemente multidisciplinare, dovrebbe condurre alla creazione non soltanto di un’area dedicata, ma anche al coordinamento, sotto un unico quadro di riferimento, di sottoprogetti esistenti o in corso di avvio volti alla ricerca di nuove opzioni terapeutiche, anche in collaborazioni con importanti centri italiani e internazionali, all’applicazione di strategie terapeutiche già disponibili e altre iniziative volte a migliorare l’assistenza ed il sostegno di questi pazienti che, per la loro età, sono già in una situazione particolare e delicata. Il progetto cercherà perciò di garantire un’assistenza disegnata sulle loro peculiarità ed esigenze, non solo a livello sanitario, ma anche psicologico e relazionale. Come abbiamo visto c’è ancora molta strada da percorrere e l’incontro di venerdì ne è una tappa importante. Fonte: AOU Meyer

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