di Serena Giovanna Grasso
Rapporto Favo 2014: nel 2013 la patologia ha colpito 14 mila persone tra 20 e 39 anni, 800 tra i 15 e i 19 anni e 1.400 sotto i 14 anni. Nel 5% dei casi all’origine della malattia l’ereditarietà genetica, per un altro 5% l’esposizione a particolari condizioni ambientali
PALERMO – Il tumore è una patologia difficile da affrontare, sia dal punto di vista clinico che da quello psicologico, a qualsiasi età, in particolar modo nella popolazione adolescente e nei giovani adulti. Secondo il rapporto Favo (Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia), esposto in occasione della nona giornata del malato oncologico, dei 366 mila malati registrati nel 2013 sono stati 1.400 ad aver colpito la popolazione sotto i 14 anni, 800 quelli negli adolescenti tra i 15 e i 19 anni e 14.000 quelli nella popolazione tra 20 e 39 anni.
Anche se numericamente costituiscono una porzione assai ridotta non meritano certamente di essere trascurati, anzi: in particolar modo i pazienti che hanno sviluppato un tumore in età pediatrica necessitano di maggiori attenzioni, poiché avendo tutta la vita davanti a loro, hanno anche un maggior rischio cumulativo di sviluppare patologie legate ai trattamenti antitumorali. In particolare, a causa della tossicità dei farmaci molteplici sono le conseguenze possibili quali il rischio di sterilità, maggior rischio di insorgenza di secondi tumori, insuf?cienza d’organo (ad esempio renale, epatica, cardiaca).
Impossibile fare un discorso unitario sugli organi soggetti al fenomeno: nelle donne giovani adulte è la mammella nel 37% dei casi, a seguire la cervice uterina con il 18%; mentre negli uomini sono i testicoli nel 17% dei casi e melanomi alla cute nel 10%.
Se la ricerca negli ultimi anni ha compiuto passi da gigante nell’analisi oncologica nell’età adulta, collegando l’insorgenza del tumore ai fattori di esposizione cronica, lo stesso non può dirsi per gli studi incentrati sui tumori che si insorgono in età giovanile: infatti, è possibile imputare all’ereditarietà genetica solo il 5% dei tumori sviluppati in età pediatrica, mentre un altro 5% è causato dall’esposizione a particolari condizioni ambientali; restano ignote le cause del 90% dei tumori sviluppati tra i più giovani.
Per quel che riguarda i trattamenti di cura possiamo affermare che nonostante il tumore in età adolescenziale rappresenti una minoranza e per di più è notevolmente differente da quello in età adulta, i centri di cura si stanno via via affermando. Infatti, dagli anni Settanta si sono andati diffondendo sempre più i centri specializzati, oggi presenti nella quasi totalità dei centri oncoematologici pediatrici italiani. Notizia positiva è l’aumento della sopravvivenza al tumore: a 5 anni da tumore gli adolescenti vivi sono l’86%, con un incremento del 17% negli ultimi 15 anni.
Infine, altro punto su cui bisogna incessantemente battere riguarda il coinvolgimento nell’ambito sanitario oltre che naturalmente di medici e infermieri, di psicologi e assistenti sociali.