Tumori: pancreas, la mortalità può scendere di 10 volte

ROMA – Nei centri di eccellenza come quello veronese, il tumore del pancreas, al quarto posto fra i killer oncologici, la mortalita’ e’ scesa di dieci volte: se infatti supera la media del 20[%] nei reparti non specializzati nella gestione delle patologie pancreatiche, a Verona e’ dieci volte inferiore.
E’ quanto riferito in una nota da Paolo Pederzoli e Massimo Falconi (Verona), che si sono dati appuntamento alla Gran Guardia con i massimi esperti mondiali tra cui, Paolo Fernandez Del Castillo (Boston) e Carlo Croce (Harvard), per fare il punto della situazione su questa malattia piu’ misconosciuta che rara, ma certamente ancora difficile da trattare.
Come rilevato nel corso dell’incontro, e’ inoltre iniziata una proficua collaborazione tra pubblico e privato grazie ai nuovi ‘accordi di programma’ previsti dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) nella finanziaria 2006.
L’adenocarcinoma, a ragione definito un killer silente, e’ difficile da diagnosticare. La stessa ecografia, nel 15[%] dei casi non vede le lesioni del pancreas, per difficolta’ legate alla posizione anatomica della ghiandola, ‘nascosta’ sotto allo stomaco e al fegatoo. ”Su 15.000 mila pazienti osservati   afferma Falconi stiamo seguendo un migliaio di pazienti con neoplasie pancreatiche definite rare, ma che per noi rare non sono. Quello che occorre ora e’ una collaborazione fra interessi privati e pubbliche necessita’. 
”La rilevanza economica e sanitaria del mercato farmaceutico italiano   afferma Nello Martini, direttore generale AIFA deriva dal fatto che esso rappresenta il sesto mercato mondiale. Poiche’ i due terzi di tale mercato sono direttamente finanziati dallo Stato e’ necessario che una parte di tale profitto sia reinvestita nel nostro Paese dalle aziende farmaceutiche, con progetto di ricerca e sviluppo. Proprio in ragione di cio’ sono in fase di implementazione gli accordi di programma, attraverso cui l’AIFA attribuisce un premio di prezzo alle aziende che investono in Italia nel settore farmaceutico in modo documentato e verificabile.
Tutto questo perche’ la strategia di fondo consiste nell’accezione che il farmaco, oltre a costituire un insostituibile bene di salute, puo’ rappresentare uno strumento di sviluppo del settore farmaceutico e piu’ in generale delle politiche di welfare”.

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