Per vincere meglio i tumori bisogna farli "cadere nella rete". E’ ormai dimostrato che un paziente che si rivolge ad un Centro d’eccellenza o ad un network di strutture oncologiche ha più probabilit? di sopravvivenza rispetto a chi viene seguito da strutture meno specializzate e comunque non inserite in una "rete". L’Italia pu? vantare strutture d’eccellenza ma poche "reti": fiore all’occhiello il polo oncologico appena nato a Roma da un’alleanza tra sette ospedali e due universit?. E l’importanza della "rete" nella cura dei tumori emerge da uno studio americano presentato ieri a Roma dal professore Virgilio Sacchini, professore di chirurgia al Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, in occasione del secondo appuntamento del Corso di aggiornamento sul cancro della mammella diretto da Lucio Fortunato e Carlo E. Vitelli.
"Per dieci anni studiosi del Memorial- ha spiegato Sacchini ai medici romani riuniti al Forlanini per il Corso- hanno preso in esame 850 ospedali dello Stato di New York e hanno analizzato il percorso clinico di quasi un milione e duecentomila pazienti colpiti da tumore. E’ emerso che c’? una grande differenza in termini di sopravvivenza fra chi si ? rivolto a strutture d’avanguardia o comunque in rete fra loro rispetto a chi ? stato seguito da strutture più piccole e non in collegamento con altre strutture oncologiche: la mortalit? nei centri d’eccellenza o collegati in rete ? stata del 7[%] rispetto all’11[%] delle strutture minori o isolate".
Il professore Sacchini ha aggiunto che "l’indagine ha preso in esame tutta la storia clinica di ogni paziente, non solo dal punto di vista medico ma anche della qualit? dell’assistenza. La differenza, anche in questo caso ? stata notevole.
Lo studio si ? focalizzato anche sul solo tumore della mammella- mettendo sempre a confronto le due tipologie di strutture- ed ? emerso che le guarigioni a cinque anni sono state dell’85[%] nei centri d’eccellenza o comunque in rete e del 75[%] nelle strutture minori o isolate. Un 10[%] estremamente significativo se teniamo conto che si tratta di vite umane".
La partecipazione di Virgilio Sacchini al Corso rappresenta il primo atto di un’allenza tra il Polo oncologico romano- coordinatori sono Stefano Drago del San Filippo Neri e Lucio Fortunato del San Giovanni- e il Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York. In questa alleanza recita un ruolo importante una Fondazione italo-americana impegnata nella raccolta di fondi per la ricerca sui tumori e borse di studio. In questa azione adesso ? coinvolto anche il Polo romano.
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