ROMA – Sono partiti i test sull’uomo dei primi 23 farmaci anticancro di nuova generazione, progettati per mandare in corto circuito il tumore. Il loro bersaglio sono le proteine che attivano o disattivano altre proteine, provocando una cascata di reazioni come in un circuito elettrico, spiega Pier Paolo Pandolfi, del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston e Harvard University. Oggi Pandolfi e’ in Italia, nel convegno organizzato presso il Centro di Biotecnologie Molecolari dell’universita’ di Torino, per un confronto sui nuovi farmaci con colleghi europei e americani. ”E’ un campo che si sta evolvendo in maniera eccezionale – spiega Pandolfi – e che sta portando a nuovi farmaci non piu’ futuribili, ma reali”. Un ottimismo condiviso da Emilio Hirsch, dell’universita’ di Torino: ”sono in corso 23 test clinici in fase uno. E’ un campo di ricerca che vede una collaborazione molto stretta fra Stati Uniti ed Europa e al quale l’Italia sta dando contributi significativi”. Paragonando la cascata di eventi che da’ energia al tumore a un circuito elettrico, i nuovi farmaci intervengono o aumentando ulteriormente l’energia (uccidendo le cellule tumorali come lampadine che esplodono per l’eccessivo carico di corrente), oppure riducendola (togliendo cosi’ alimento alle cellule malate). In entrambi i casi, dicono gli esperti, gli effetti collaterali sono molto ridotti rispetto all’attuale chemioterapia, mentre l’efficacia e’ decisamente maggiore.
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