Tre anni fa avevamo chiesto alle suore questi locali per trasferirvi i nuovi uffici dell’Associazione. Col passare del tempo, infatti, Peter Pan era cresciuto e si era dato una struttura organizzativa più complessa e più adeguata alle nuove esigenze associative.
Il nostro staff era diventato più corposo, ma nella Casa di S. Francesco di Sales non c’erano spazi per i nuovi arrivati: in quelli previsti all’origine lavoravamo l’uno addosso all’altro, proprio come ai mitici tempi del buchetto di Via Cimone, dove erano risuonati i primi vagiti della nostra neonata associazione. La stanza del Consiglio era occupata contemporaneamente da quattro persone, sempre pronte a traslocare qualora fosse prevista una riunione di équipe. La possibilità di trovare nuovi locali proprio nella casa accanto ci è sembrata un’opportunità da cogliere al volo!
Nello stesso tempo, però, dall’Ospedale le richieste di ospitalità si erano moltiplicate e si facevano sempre pressanti al punto che, nel Maggio del 2006, abbiamo registrato il “tutto esaurito” per la prima volta. Con profondo dispiacere Peter Pan era costretto a dire di no!
E allora, come pensare a creare spazi per noi, quando erano diventati insufficienti gli spazi per “loro”? In un batter d’occhio abbiamo deciso di rivoluzionare il progetto primitivo e di ridisegnarlo sulle nuove esigenze.
L’operazione ha avuto naturalmente i suoi costi, ma ne è valsa la pena. Al primo piano sono state create tre nuove stanze con bagno interno e un piccolo angolo di ristoro.
Le nuove stanze saranno destinate alle famiglie che, terminate le cure, ritornano a Roma periodicamente per i controlli di routine: un servizio snello, caratterizzato da un’ampia rotazione degli utenti. Al pian terreno, in un grande ambiente comune, si trasferiranno il responsabile per la comunicazione, l’addetto alla contabilità e l’addetta all’organizzazione e alla cura delle équipe dei volontari esterni. Ci sarà una stanza per le riunioni, nonché un laboratorio dove le “Mani Felici” potranno dare libero sfogo alla loro creatività. Finalmente avranno a disposizione scaffali per le loro stoffe e per i loro merletti, nonché un tavolo per la realizzazione delle bomboniere e dei manufatti che rappresentano ormai una fonte preziosa di risorse economiche per l’Associazione. Gli ambienti si snodano intorno ad un piccolo patio interno da cui è separato da pareti scorrevoli di vetro e sono quindi molto piacevoli.
E così abbiamo avuto la terza inaugurazione in sette anni! Che dire?
Quest’ultima nata è forse quella che mi commuove di più, perchè per le famiglie che abiteranno questa Casa la speranza di guarire è diventata ormai più concreta, più fondata. I bimbi che abbiamo conosciuto nell’altra Casa, pallidi e implumi per le terapie, ritornano più robusti, con le guance rosse e orgogliosi dei nuovi capelli che ricominciano a spuntare, quando non sono addirittura lunghi!
I bambini sono felici di ritornare “a Peter Pan”! Quando ci rivedono, ci vengono incontro festosi e ci travolgono con racconti entusiasti della loro riconquistata “normalità”.
Le mamme, invece, sono più tese e nascondono a stento l’angoscia per i test da superare e il cui esito può rimettere di nuovo in discussione tutto quello che si è faticosamente conquistato. Noi le aspettiamo al ritorno dall’ospedale, incrociando le dita, nella speranza che la tensione che abbiamo letto nei loro occhi possa sciogliersi in un abbraccio festoso e commosso che ci confermi che, anche questa volta, “é andato tutto bene!”.
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