Acque e cibi ad “arsenico zero” per bimbi e donne in gravidanza

Fonte: adnkronos
Data 15.6.11
Titolo    Acque e cibi ad ‘arsenico zero’ per bimbi e donne in gravidanza
MILANO – L’appello a “evitare subito l’esposizione” a questo elemento tossico in due categorie particolarmente fragili arriva dall’Associazione italiana medici per l’ambiente. “La letteratura scientifica internazionale, con sempre maggiori riscontri – avvertono infatti gli esperti – evidenzia il legame tra l’esposizione cronica ad acque e alimenti contenenti arsenico in donne in gravidanza e bambini e molte patologie”. Fra i possibili danni da arsenico, gli specialisti elencano per esempio problemi dello sviluppo neurologico, autismo, deficit dell’attenzione e iperattività, disturbi dell’apprendimento, della memoria, della capacita’ di lettura, riduzione del quoziente intellettivo, patologie dell’apparato respiratorio, perdita fetale, aumento dei casi di morte infantile e neoplasie.
Non solo. “Il Registro tumori italiano (www.registri-tumori.it) – prosegue l’Associazione – rileva che i tumori infantili nel nostro Paese sono in costante aumento ed è sempre più evidente il nesso causale tra queste patologie e fenomeni d’inquinamento ambientale. E’ quindi urgente che le Istituzioni preposte facciano tutto il possibile per ridurre l’esposizione delle popolazioni, e in particolare delle donne in gravidanza e dei bambini, a ogni sostanza inquinante”. 
“Relativamente al problema arsenico nelle acque destinate a consumo umano – proseguono i medici per l’ambiente – è necessario, come più volte già richiesto, che i cittadini siano informati nella maniera più completa, ampia e chiara e che si agisca rapidamente, senza più colpevoli ritardi, per attuare interventi efficaci e definitivamente risolutivi per la dearsenificazione di tutta l’acqua destinata a consumo umano nelle aree interessate da questo problema. Nel frattempo è necessario, per una concreta tutela della salute pubblica, predisporre subito forme alternative di approvvigionamento idrico, anche mediante autobotti, per tutta la popolazione e in particolare per le donne in gravidanza, i neonati, i bambini, i malati e le industrie alimentari”.
Con due documenti, ricorda l’Associazione italiana medici per l’ambiente, “la Commissione europea ha ribadito che il contenuto massimo e provvisorio di arsenico nelle acque destinate a consumo umano non deve superare i 10 microgrammi per litro, come già stabilito anche dalla legge italiana sin dal 2001. In questi due documenti si prescrive, in forma assolutamente vincolante per l’Italia, che alle donne in gravidanza e ai bambini fino a 3 anni di età non siano somministrate acque con un contenuto di arsenico più elevato di 10 microgrammi per litro, e che le industrie alimentari debbano utilizzare per le loro preparazioni acque con questa stessa caratteristica di parametro”. 
“L’Organizzazione mondiale della sanità – continuano gli esperti – ricorda e auspica come obiettivo di qualità un contenuto di arsenico pari a zero (o al più e in via transitoria di 5 microgrammi/litro) nelle acque destinate a consumo umano, come vera e sicura tutela della salute pubblica. L’arsenico infatti è classificato dall’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (Iarc) come elemento cancerogeno certo di classe 1, posto in diretta correlazione con molte patologie oncologiche e in particolare con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute. Sempre più segnalazioni, inoltre, lo correlano anche ai tumori del fegato e del colon”. E ancora. “L’assunzione cronica di arsenico, soprattutto attraverso acqua contaminata, è indicata da una cospicua e rilevante documentazione scientifica anche quale responsabile di patologie cardiovascolari, neurologiche, diabete di tipo 2, lesioni cutanee, disturbi respiratori, disturbi della sfera riproduttiva e malattie ematologiche”.
“Particolare attenzione deve essere posta, come fatto presente dalla comunità scientifica internazionale e nei due documenti della Commissione europea – ribadisce l’Associazione – quando acque contenenti arsenico e alimenti preparati con le stesse sono assunti da donne in gravidanza e bambini. Molte sostanze tossiche, e tra queste l’arsenico, attraverso l’esposizione materna ad alimenti, aria e bevande contaminati possono superare la barriera placentare e quella emato-encefalica e interferire in modo negativo con lo sviluppo del feto, soprattutto delle sue strutture cerebrali”. Non va infine dimenticato che “i bambini posseggono un sistema immunitario ancora in fase di maturazione, un caratteristico e peculiare sistema metabolico, e consumano quantitativi di liquidi, aria e alimenti maggiori rispetto ai soggetti adulti”. Pertanto, “questa condizione li rende più vulnerabili all’azione di molte sostanze nocive”.

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