Dopo aver appreso che solo il 20% dei bambini che vivevano nell’ Africa subsahariana guariva dal cancro, rispetto al 75% di quelli che vivevano in uno dei paesi sviluppati, nell’Ottobre del 2000 è nato il GFAOP, gruppo franco-africano di oncologi pediatri. Il dr. Jean Lemerle, ex capo del servizio del reparto di oncopatia dell’Institut Gustave-Roussy (IGR) di Villejuif, uno dei centri di riferimento francesi per la lotta contro il cancro, ha creato questa squadra di specialisti per sviluppare una collaborazione franco-africana per lo studio e il trattamento del cancro nei bambini dell’ Africa. Il progetto è coordinato dal Club Unesco-Terre e dall’associazione di genitori di Bamako AEACM (Aiuto ai bambini affetti dal cancro in Mali). Sono state create 17 postazioni di lavoro, ognuna delle quali è composta dai 10 ai 30 posti letto. Tra queste, 7 si trovano nel Maghreb (a Casablanca , in Algeria, a Rabat, a Marrakech, in Tunisia e a Nouakchott) e 10 in Africa subsahariana(a Abidjan, a Dakar, a Bamako, a Yaoundé, a Ouagadougou, a Lomé, a Lubambashi e a Antananarivo). Tutto ciò è destinato a svilupparsi anche in altri luoghi come la Nigeria o il Mali.
L’équipe di esperti lavora in aree situate vicino agli ospedali africani e verifica la presenza di tumori nei bambini attraverso semplici apparecchiature. La prima zona dove hanno iniziato a lavorare è stata l’area magrebina, in seguito hanno cominciato ad operare in tutti i Paesi francofoni dell’Africa
. Débora Lolonga, coordinatrice del comitato di sostegno al gruppo franco-africano di oncologi pediatri e partner del progetto, ha dichiarato che tra un anno la nascita della “prima casa” per i genitori dei bambini malati dell’ Africa subsahariana, a Bakamo, non sarà più un sogno. Questo edificio, pensato per non sovraccaricare il servizio ospedaliero, sarà collocato vicino alle strutture dove operano gli oncologi, in modo da permettere ai genitori di stare vicino ai propri figli, durante il periodo in cui i bambini vengono curati
. Débora ha affermato: <<La Malesia ha offerto un terreno e una casa vicino l’ospedale Gabriel-Tourè per la squadra di esperti e il Marocco l’ha finanziato grazie all’ associazione “Lalla Salma” che lotta contro il cancro>>
. Boubacar Togo, co-responsabile del gruppo, ha sottolineato: <
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