BARI – ”Portare le emissioni di diossine a Taranto al valore piu’ basso normativamente e tecnologicamente possibile e’ una necessaria ed urgente azione di sanita’ pubblica”. Lo sostiene in una nota il direttore generale dell’istituto tumori di Bari, Maurizio Portaluri, riferendosi agli accertamenti compiuti dall’Arpa sulle emissioni dello stabilimento siderurgico Ilva, controlli sollecitati dall’associazione ambientalista ‘Peacelink’.
Dalla relazione preliminare dell’Arpa, ricorda Portaluri, emerge che ”i dati giornalieri riscontrati sono comunque al di sopra di alcuni multipli dei limiti piu’ alti adottati in Europa dalla Gran Bretagna e di molti multipli oltre il limite adottato dalla Germania e, in Italia, dal Friuli Venezia Giulia. Ma – aggiunge – lo sappiamo, un cancerogeno e’ un cancerogeno e agisce senza soglia, cioe’ anche a dosi bassissime”.
Portaluri sottolinea che ”i morti e i malati di cancro di Taranto, Brindisi, Bari e Manfredonia attendono ancora giustizia e chissa’ se le responsabilita’ penali verranno mai riconosciute, mentre i risarcimenti in sede civile avanzano tra mille difficolta’ procedurali”.
Per Portaluri l’indagine sulle emissioni all’Ilva ”e’ un’occasione da non perdere per fare della vera prevenzione, cioe’ la prevenzione primaria, quella che riconosce e rimuove tempestivamente le cause dei tumori. E’ un’occasione – conclude – per la scienza e per la politica di stare dalla parte dell’uomo”.
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