Lecce. Il paradosso è tutto nostro, tipicamente pugliese e salentino, un reparto d’eccellenza come quello di Oncologia pediatrica a Lecce che deve fare i conti da troppo tempo con una inaccettabile carenza di medici.
Il problema lo conoscono in molti, ma fino ad oggi nessuno ha avuto la capacità di risolverlo. Nel polo oncologico Giovanni Paolo II c’è il sorprendente reparto di oncoematologia pediatrica, diretto eroicamente dalla dottoressa Assunta Tornesello, ma il primario è praticamente da solo nel suo lavoro, potendo contare sull’aiuto di un solo collega.
Due in tutto, insomma, a fronte di un quadro organico di sei, il numero essenziale per poter far fronte alle innumerevoli e drammatiche situazioni che ogni giorno si affacciano sulla soglia del reparto. Ritmi disumani per i due medici che per coprire i turni settimanali sono costretti a raddoppiare il carico di lavoro quotidiano, tanto da dover rinunciare anche alle ferie estive e tutto ciò solo per amore dei bambini e per rispetto delle famiglie che vedono nel reparto di oncologia pediatrica un raggio di luce e di speranza.
Si tratta di una struttura all’avanguardia, non soltanto per la nota qualificazione professionale della dott. Tornesello, ma anche per via della presenza operativa e accogliente dell’Agop, l’Associazione genitori oncoematologia pediatrica, attiva da anni, ancor prima che venisse realizzato il padiglione oncologico intitolato a papa Woityla.
Volontari impegnati nell’intrattenimento dei piccoli pazienti per rendere le ore in ospedale quanto meno traumatiche e disagevoli, pronti ad attività di animazione e coinvolgimento, con tanto di ludoteca attrezzata, che hanno fatto di questo reparto leccese un modello a livello regionale.
Ecco perché i genitori dei pazienti si chiedono: è mai possibile abbandonare proprio i bambini, è possibile che il sistema sanitario regionale lasci sguarnito un polo d’eccellenza che fino a oggi ha drasticamente ridotto i viaggi fuori regione? E’ accettabile il carico di lavoro dei pochi medici rimasti in forze al reparto? È rispettoso della malattia e della sofferenza tutto questo? Possibile che nessuno faccia qualcosa per riportare la situazione alla normalità?
Il caso di Oncologia pediatrica a Lecce è grave e in queste condizioni non può durare a lungo, anzi prima o poi finirà tutto se le politiche sanitarie non cambieranno.
Ma siamo certi che nessuno vorrà avere un tale peso sulla coscienza.