ocrinologi lanciano allarme inquinamento

NAPOLI – L’inquinamento causa tumori e
interferisce con lo sviluppo sessuale; le conseguenze di
particolari sostanze chimiche o naturali in grado di interferire
con il sistema ocrino e le capacita’ riproduttive di uomini e
animali sono state oggetto di discussione in ‘ in Clinical
ocrinology’, il X congresso nazionale dell’Associazione
medici endocrinologi (Ame, Napoli 5-7 novembre), presieduto dal
dottor Raffaele Volpe, endocrinologo dell’ospedale Cardarelli.
   Queste sostanze, definite ‘endocrine disruptors’, una volta
disperse nell’ambiente, non si degradano e penetrano
nell’organismo attraverso la cute, le mucose, l’apparato
respiratorio o per via orale. ”Pur se nati con scopi diversi –
ha spiegato il dottor Piernicola Garofalo, presidente Ame -,
come additivi delle plastiche, pesticidi, fitofarmaci,
casualmente hanno la capacita’ di bloccare l’azione degli
ormoni, in particolare gli androgeni, una volta nel corpo. Gli
interferenti endocrini agiscono durante lo sviluppo sessuale che
inizia nel grembo materno e si conclude intorno ai venti anni,
con fasi piu’ o meno intense. Contrastano l’azione degli ormoni
sessuali, frenano il processo di sviluppo sessuale e influenzano
anche il comportamento”.
   ”Gli interferenti endocrini agiscono anche come agenti
mutageni, sono, cioe’, in grado di modificare il Dna o la sua
espressione, la cui parte piu’ dinamica, l’epigenoma, viene
continuamente indotta, modulata e trasformata dall’ambiente –
prosegue Garofalo – Esporre costantemente il nostro Dna ad un
inquinamento sempre maggiore, in particolare a metalli pesanti,
a particolato ultrafine, agli idrocarburi aromatici, al benzene,
alle diossine, ai cosiddetti distruttori endocrini, nel lungo
periodo modella l’epigenoma e crea le basi per determinare
quelle mutazioni genetiche che poi provocano particolari
tipologie di tumori. La prevenzione, dunque, assume un ruolo
fondamentale: da un lato bisognerebbe avere maggiore attenzione
all’inquinamento ambientale, in particolar modo nelle citta;
dall’altro si dovrebbe limitare l’esposizione delle mamme in
gravidanza, soprattutto per salvaguardare la qualita’ di vita e
l’assetto (epi)genomico delle generazioni future”.

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