TRIESTE – Ogni anno 10 persone su 100 mila si ammalano di leucemia o di linfomi, malattie del sangue che grazie alla cure più recenti guariscono in più del 50 per cento dei casi o perlomeno consentono a chi viene colpito di vivere molti anni dopo la diagnosi. E’ stata dedicata a loro l’iniziativa presentata oggi a Trieste e che ruota intorno ai benefici della ‘veloterapia’, cioe’ andare liberi in barca a vela, un esperimento che da quattro anni dura sul Lago di Garda con oltre 500 malati portati in regata insieme a medici e infermieri. Si chiama progetto Itaca promosso anche quest’anno dall’Ail (Associazione italiana contro le leucemie, i linfomi e il mieloma) nato da un’idea della sezione di Brescia e posto sotto il patrocinio della Federazione italiana Vela. “La Vela – spiega Mauro Tagliani, psiconcologo di Brescia – per le particolari e uniche condizioni in cui viene svolta e per gli stimoli che offre, e’ utilizzabile come metodo terapeutico per persone con diverse disabilita’ e per molte patologie offrendo importanti risultati. Sono stati fatti dei test prima e dopo queste uscite ed e’ stato constatato – spiega – che c’e’ una riduzione del controllo del dolore e nell’assunzione di analgesici”. Per promuovere la veloterapia e fare in modo che privati in collaborazione con l’Ail mettano la loro barca gratuitamente a disposizione dei malati per delle uscite, l’8 giugno partira’ da Trieste una imbarcazione di 24 metri che il 21 giungera’ a Brindisi. “Incontrerà un’altra imbarcazione che partira’ l’8 giugno da Genova – spiega il presidente dell’Ail di Brescia, Giuseppe Navoni – e che tocchera’ altri porti. Una volta a Brindisi le due imbarcazioni partiranno per ‘Una regata per la vita’, cioe’ la Brindisi-Itaca e ritorno. Per gli ammalati rappresenta un po’ il sogno di ritornare a casa, proprio come e’ stato per Ulisse quando, dopo un’odissea, mise nuovamente piede nella sua isola. “E’ un progetto importante – ha detto Renato Fanin direttore della clinica ematologica dell’azienda ospedaliera e universita’ di Udine – che permette di stare sempre piu’ vicino ai malati ematologici. Guarire spesso non vuol dire garantire una vita normale nelle cose della vita quotidiana e di famiglia. La veloterapia e’ quindi un sistema che permette un periodo di completa liberta’ e permette al paziente di essere ‘coccolato’ anche attraverso un’attivita’ sportiva o comunque dagli aspetti ludici. Cio’ va ad affiancarsi alle attuali cure che riducono la malattia nei minimi termini e che permettono una vita normale”.
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