Ricerca: boom per test farmaci a misura di bimbo

CERNOBBIO – Sono in rapida crescita le sperimentazioni sui farmaci a misura di bambino.
Nei prossimi dieci anni gli investimenti privati in questo settore saranno superiori ai due miliardi e mezzo di euro. Un flusso di denaro che, oltre a permettere la messa a punto di medicinali pediatrici mirati, inneschera’ anche un ‘circolo virtuoso’, con una spinta propulsiva anche per la sperimentazione no profit.
E’ la stima Paolo Rossi, direttore del dipartimento di pediatria universitario dell’Ospedale Bambino Gesu’ di Roma, che ha presentato i dati alla Conferenza nazionale sulla ricerca sanitaria, in corso a Cernobbio. Fino a qualche anno fa i farmaci venivano sperimentati solo sugli adulti, ma dal 2007 in Europa per ottenere l’indicazione pediatrica e l’autorizzazione dell’Ema i prodotti devono aver superato test ad hoc .
”In 2 anni e mezzo – ha spiegato Rossi all’Adnkronos Salute – sono stati consegnati all’Ema circa mille piani di investigazione pediatrica, nel Vecchio Continente, che coinvolgono 1.500 studi in pediatria in tutte le aree terapeutiche della medicina. E l’Italia partecipa attivamente a questo nuovo corso”. Una novita’ di grande valore scientifico, secondo l’esperto, perche’ permette una maggiore sicurezza del farmaco pediatrico e introduce anche una svolta culturale: ”perche’ se prima si considerava non etico sperimentare sui bambini i medicinali oggi si ritiene sbagliato dal punto di vista etico non farla”. E non va trascurato nemmeno l’aspetto economico. ”Questo settore – ha stimato Rossi – vale, nei prossimi 10 anni, 2,5 miliardi di euro. Un calcolo che tiene conto del fatto che ogni studio deve arruolare pazienti. Le
azi e devono pagare gli esecutori di questi trial: ospedali, istituti di ricerca, universita’ per poter eseguire gli studi, e
pagare le organizzazioni che monitorano e analizzano i dati per il controllo della farmacocinetica, della farmacodinamica e della sicurezza”. Ma, secondo l’esperto, tutto questo sarebbe ben poca cosa se non portasse vantaggi anche al no
profit. ”La sperimentazione non profit – ha aggiunto – e’ quella piu’ avanzata: la biotecnologia, la terapia genica, i vaccini a Dna che, ess o strumenti di nicchia all’inizio degli studi, non hanno spazio nell’economia dell’industria.
Per questo far arrivare parte degli investimenti privati a questo settore e’ fondamentale”.
Ma come? ”La risposta in un esempio: nel nostro ospedale, il Bambino Gesu’, abbiamo realizzato un clinical trial center dedicato alla sperimentazione profit . Nel giro di 9 mesi abbiamo raddoppiato il numero delle sperimentazioni di aziende private, aumentando cosi’ i profitti anche per l’ospedale che puo’ reinvestire in sperimentazioni che non hanno un finanziamento industriale. Nel nostro caso stiamo sperimentando, tra l’altro, un vaccino a Dna terapeutico per l’Aids
pediatrico, con una collaborazione internazionale con altre istituzioni no profit”, ha concluso.

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