Rifiuti tossici, risultati choc: +20% tumori in aree inquinate

NAPOLI – Un aumento di tumori, leucemie ed altre gravi patologie con picchi del 20%. È la rivelazione contenuta nello studio choc compiuto tra l’Italia e gli Stati Uniti sulla Campania e le altre regioni meridionali. Un incremento anomalo e preoccupante che, secondo gli esperti, risulta strettamente correlato con lo sversamento di rifiuti tossici.

L’indagine, che verrà resa nota ufficialmente nelle prossime settimane, è stata realizzata dalla Sbarro Health Research Organization – l’istituto di Philadelphia diretto dall’oncologo napoletano Antonio Giordano – in collaborazione con l’Università di Siena, il Crom di Mercogliano, l’ospedale di Pagani e d’intesa con il senatore Ignazio Marino, presidente della commissione d’inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del servizio sanitario nazionale.

Le malattie che hanno avuto una maggiore diffusione sono numerose: tumori al polmone, alla mammella, al colon ed allo stomaco ma anche leucemie e varie tipologie di infezioni, più o meno gravi. Sotto la lente d’ingrandimento sono finite soprattutto le province di Napoli e Caserta ed alcune zone del Salernitano, in primis l’Agro-nocerino-sarnese. Ma un discorso simile riguarda altri territori del Sud che in passato sono stati oggetto, come la Campania, di massicci sversamenti di sostanze tossiche da altre parti d’Italia: Calabria, Puglia, Sicilia.

Ce n’è abbastanza, osservano i ricercatori, per parlare di «bomba ecologica», rispetto alla quale bisogna correre subito ai ripari. E allora gli approfondimenti proseguono senza sosta e si è arrivati ad una sorta di work in progress: tra gli obiettivi da raggiungere c’è l’identificazione di tutte le sostanze pericolose presenti nel terreno e quindi potenzialmente dannose per la salute. È il caso della diossina, del mercurio, dell’amianto, del cloruro di vinile. Sulla base di questi elementi sarà poi possibile mettere a punto cure specifiche allo scopo di prevenire o contrastare i diversi tipi di patologie diffusi tra la popolazione.

Uno dei prossimi passi sarà inoltre la pubblicazione di un libro bianco, curato dall’infettivologo Giulio Tarro, con la mappa delle aree a rischio e gli interventi da compiere per fronteggiare e superare quest’emergenza. «Appare certamente prioritario avviare le bonifiche dei territori devastati dai rifiuti tossici. Solo così riusciremo ad arginare una piaga che altrimenti potrebbe raggiungere livelli ancora più drammatici – spiega Giordano – In parallelo lo screening va potenziato per fare chiarezza fino in fondo sulla vic a ed adottare le necessarie contromisure. Un aspetto inquietante riguarda gli effetti che questo tipo di inquinamento potrebbe avere sui prodotti agroalimentari presenti sulle nostre tavole, venduti nel resto del Paese e all’estero».

Per completare le ricerche serviranno, però, risorse aggiuntive. «Ci auguriamo – è l’appello dell’oncologo – che la Regione voglia partecipare a questo progetto che riguarda la salute di tutti i cittadini campani e che deve coinvolgere le istituzioni locali. In caso contrario siamo convinti di poter andare avanti lo stesso grazie all’impiego di fondi messi a disposizione dagli Stati Uniti. Non ci fermeremo, dunque». Giordano chiede infine la collaborazione di altri studiosi e ricercatori italiani: «Dobbiamo unire le forze mettendo da parte gelosie e interessi personali e superando gli eventuali ostacoli che ci troveremo di fronte. Anche da questo punto di vista possiamo contare sul pieno appoggio dell’America che guarda con apprensione al fenomeno. È in gioco il futuro delle nuove generazioni».

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