ROMA – La crioconservazione degli ovociti, che il Vaticano ritiene ”moralmente inaccettabile” ai fini della procreazione artificiale, puo’ invece essere lecitamente utilizzata dalle donne che debbano sottoporsi a trattamenti di chemio o radioterapia, allo scopo di un reimpianto in vista di un concepimento naturale. Lo ha spiegato la docente all’Universita’ cattolica di Roma, Maria Luisa Di Pietro, a commento della nuova istruzione della Chiesa Cattolica in materia di bioetica. ”Il documento – ha spiegato Di Pietro durante la conferenza stampa in Vaticano – non condanna il metodo della crioconservazione in se’, ma solo in ordine al processo di procreazione artificiale”. Lo stesso sistema, secondo ricerche tuttora in corso – ha precisato – puo’ essere utilizzato come forma di prevenzione della perdita della fertilita’ in donne che devono essere sottoposte a chemio o a radioterapia”. In questo caso il tessuto ovarico o lo stesso ovaio viene prelevato e congelato e puo’ essere riposizionato nella fossetta ovarica al termine della terapia, e auspicabilmente consentire un
concepimento naturale
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