Veronesi, la sfida parte dalla farmaco-prevenzione

ROMA – Si chiama farmaco-prevenzione, la strategia per contrastare il processo di formazione del tumore prima ancora che la malattia si manifesti. ?Parte da qui la nostra nuova sfida al cancro: sconfiggerlo puntando ad una valutazione del rischio individuale e a interventi sperimentali di prevenzione tramite farmaci specifici?. Cosi? Umberto Veronesi, Direttore Scientifico dell?Istituto Europeo di Oncologia di Milano, uno dei vincitori del primo Premio Nazionale ?Vittorio Alfieri?. Un riconoscimento andato a cinque Centri di eccellenza del nostro Paese che hanno contribuito alla lotta di alcuni fra i piu? frequenti tumori: seno, mieloma multiplo, linfomi, leucemie. I premi, assegnati oggi a Milano, sono stati consegnati, oltre a Veronesi, a Mario Boccadoro, Alessandro Massimo Gianni, Massimo Martelli e Corrado Tarella.  I Centri selezionati hanno contribuito in maniera determinante all?elaborazione di strategie e protocolli innovativi. ?Oggi il cancro del seno – fa notare Veronesi – se si interviene in uno stadio iniziale, guarisce in piu? del 90[%] dei casi, con effetti minimi dal punto di vista estetico. Siamo passati dalla strategia del ?massimo tollerabile? a quella del ?minimo efficace?: un cambiamento epocale avvenuto soprattutto grazie alla diagnosi precoce. Ma enormi passi avanti si sono registrati anche per quanto riguarda l?effetto psicologico degli interventi: cure sempre meno aggressive e sempre piu? rispettose dell?integrita? del corpo femminile?. Il mieloma multiplo rappresenta un altro ottimo esempio di come i nuovi farmaci abbiano permesso di cambiare la storia naturale della malattia: oggi si raggiungono percentuali di risposta dell?80[%], con un 30-40[%] di remissione completa. ?Recentemente sono state introdotte molecole che si sono dimostrate molto attive in pazienti in fase di ricaduta – spiega Mario Boccadoro, Direttore della Divisione Universitaria di Ematologia dell?Ospedale San Giovanni Battista di Torino – molecole che il nostro Centro ha contribuito sostanzialmente a sviluppare. E? stato dimostrato che esiste una sinergia fra questi nuovi farmaci e la chemioterapia convenzionale?. Anche i linfomi hanno conosciuto un crollo verticale della mortalita?: ?Grazie soprattutto a una serie di significativi passi avanti, piu? che di un singolo grande balzo – spiegano Alessandro Massimo Gianni dell?Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e Corrado Tarella dell?Azienda Ospedaliera S. Giovanni Battista di Torino – tra questi, alcuni nuovi farmaci, come gli anticorpi monoclonali e i fattori di crescita emopoietici, una radioterapia piu? efficace e meno tossica, e soprattutto un impiego ottimale dei farmaci a disposizione?. Anche il gruppo di Perugia, che fa capo a Massimo Martelli, ha ottenuto importanti risultati in tema di leucemie acute. Con il trapianto da donatore familiare e? possibile attualmente guarire malati che avrebbero avuto una prospettiva di vita non superiore al 15[%].

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