Dalla sala parto al trapianto. Cresce l’attenzione dei genitori sulla raccolta di questa fonte di sangue “rigenerante”.
Le preziose cellule staminali ombelicali fra biobanche private e pubbliche. Ecco gli argomenti a favore della scelta di tipo “personale” e di quella solidale.
MILANO – Il sangue placentare è ricco di cellule staminali in grado di dare origine a globuli rossi, bianchi e piastrine. Al momento del parto, può essere prelevato dal cordone ombelicale e conservato. Le cellule cordonali vengono trapiantate per curare varie malattie: linfomi, leucemie, aplasie midollari, talassemie, immunodeficienze congenite, alcuni difetti metabolici. In Italia il sangue cordonale può essere donato a scopo solidale, o raccolto a uso «dedicato», per curare il neonato stesso, o un familiare con malattie per le quali è indicato il trapianto. Il deposito «personale», cioè ad uso esclusivo del neonato non è consentito nel nostro Paese, ma può essere realizzato presso biobanche all’estero, previa autorizzazione del ministero della Salute. Le mamme interessate alla donazione del sangue cordonale possono chiedere informazioni all’ospedale dove partoriranno. La donazione è volontaria, gratuita e anonima.