Parola ai giovani in Servizio Civile: la storia di Angela

Con l’apertura del nuovo bando del Servizio Civile Universale e con Peter Pan che offre 4 posti per giovani tra i 18 e i 28 anni, ne abbiamo approfittato per parlare con chi attualmente svolge il servizio civile nella Grande Casa. Quella che riportiamo ĆØ la testimonianza di Angela. Sei tra i 18 e i 28 anni o conosci dei giovani in questa fascia di etĆ ? C’ĆØ tempo fino al 20 febbraio 2023 per fare domanda di servizio civile a Peter Pan!

Fare domanda di Servizio Civile ĆØ stato un vero e proprio salto nel vuoto. Quando iniziai a documentarmi, le prime notizie che trovai furono proprio inerenti allā€™Associazione Peter Pan e mi bastarono. Senza troppa remora quindi, inviai la domanda. Subito dopo, inevitabilmente, cominciarono ad emergere pensieri relativi alla capacitĆ  o meno di portare avanti gli studi con la stessa costanza con la quale fino ad allora ero riuscita a lavorare e concludere il primo anno di magistrale. Se queste ansie con il tempo sono andate sgretolandosi, sostituite dallā€™entusiasmo, unā€™altra preoccupazione stava venendo a galla: sarei riuscita ad affrontare una situazione cosƬ difficile dal punto di vista umano? Dopo lā€™esperienza di mio padre, non andata bene quando avevo undici anni, e di mia sorella cinque anni fa, fortunatamente finita meglio, mi sono chiesta se fossi riuscita a guardare negli occhi la malattia ancora una volta.

Il primo giorno a Casa Peter Pan, ĆØ stato un turbinio di emozioni differenti: ansia, trepidazione, gioia ma anche, paradossalmente, una sensazione di sana tranquillitĆ , che offuscĆ² il bagaglio di preoccupazioni che mi portavo dietro, facendomi capire che quello sarebbe stato il posto che avrebbe rivoluzionato la mia vita.

Arrivata davanti il portone verde lā€™emozione ha cominciato a farsi sentire, ma, proprio quando stava arrivando ai massimi livelli, ho visto arrivare in lontananza le mie colleghe di Servizio Civile, con le quali fin da subito sono riuscita ad istaurare una buona dinamica lavorativa e un sincero e autentico rapporto dā€™amicizia. Sonia e Gerarda sono state invece coloro che mi hanno accompagnato allā€™interno di Peter Pan. Ad oggi, posso dire con estrema consapevolezza, che loro insieme a tutto il resto dello Staff, sono il cuore della Casa. Osservandole interagire con le famiglie, con i bambini, si comprende come il loro non ĆØ solo un lavoro ma ĆØ una vera e proprio missione, da ammirare e replicare, che ĆØ ciĆ² che poi, in una micro-parte, abbiamo provato a fare tutte noi negli ultimi mesi.

La prima cosa che in realtĆ  ti colpisce della Grande Casa, non ĆØ la malattia, sono i bambini! Sono i giochi, le urla: ĆØ semplicemente la normale quotidianitĆ  che troveresti allā€™interno di qualsiasi contesto familiare. Paradossalmente sono gli stessi bimbi che ti insegnano a non pensare alla loro condizione, poichĆ© per loro quella ĆØ casa e gli aspetti che ti saltano agli occhi quando li incontri, sono semplicemente i loro sorrisi. ƈ ovvio, la malattia cā€™ĆØ, ĆØ presente e ci sono inevitabilmente momenti in cui puĆ² essere visibile, addirittura tangibile ma Peter Pan, ti aiuta a non interiorizzarla, ad abbandonarla nel momento in cui incroci lo sguardo di chi vi risiede.

Anche quando una situazione, dal punto di vista emotivo diventa piĆ¹ complessa, ĆØ un dolore che non assimili da solo come spesso succede nella vita di tutti giorni, lo condividi insieme agli animi speciali che dentro questa realtĆ  ti circondano, perchĆ© ā€œun dolore condiviso, ĆØ un dolore a metĆ ā€.

Un episodio che mi ha toccato particolarmente ĆØ avvenuto in realtĆ , recentemente. Pochi giorni fa, abbiamo trasferito una famiglia ucraina, risiedente da luglio in Casa Peter Pan, in una nuova struttura; dopo lā€™organizzazione relativa ai bagagli e allo spostamento, ĆØ arrivato il tanto temuto momento dei saluti. A questi bambini, nel corso dei mesi, mi sono particolarmente affezionata ma mai avrei pensato cosƬ tanto. Quando la piccolina di 3 anni mi ha abbracciato con le sue mini braccia, stringendomi piĆ¹ forte che poteva, la commozione ha preso il sopravvento, ma ho avuto anche la conferma che nulla avrebbe cancellato quel ricordo.

Quella di entrare nella Grande Casa ĆØ sƬ stata una scelta avventata ma ĆØ stata la migliore che potessi mai fare, perchĆ© mi ha permesso di guardare alle mie prioritĆ  e al mio futuro in una prospettiva differente ma soprattutto di rendere reale, un ideale di solidarietĆ , che negli anni ho sempre sostenuto. Quindi sƬ, a Peter Pan credo di aver trovato il mio posto nel mondo che a breve, con malinconia dovrĆ² abbandonare, ma con la serena consapevolezza che quello che questa esperienza ha apportato a me, verrĆ  donato a chi verrĆ  dopo. LascerĆ² a maggio Peter Pan, ma Peter Pan rimarrĆ  inevitabilmente con me, per sempre.

Quindi fate il Servizio Civile, fatelo qui a Casa Peter Pan e lasciatevi stravolgere la vita, come ĆØ successo a me.

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